"Boccia: il Pd affonda e la Regione è debole Serve una cura choc"
Intervista di Bepi Martellotta apparsa su La Gazzetta del Mezzogiorno il 16 febbraio 2009
BARI. Annuncia strali dentro il Pd - e lavvio di liste autonome dellarea lettiana, in appoggio ai candidati delle amministrative, dove dare spazio ai giovani - ma anche un «redde rationem» con la Regione Puglia, giudicata debole soprattutto sul fronte sanità e Acquedotto. Francesco Boccia, deputato del Pd, alza il tiro nei confronti di Michele Emiliano e Nichi Vendola. Vediamo perché.
Boccia ha rifiutato la nomina nella segreteria del partito regionale, perché?
Io non ragiono secondo i vecchi schemi degli amici e dei nemici. Ritenevo che le nomine della segreteria Pd fossero una straordinaria opportunità di apertura alle forze più vive della Puglia. Invece mi ritrovo, io per primo, in un elenco di autorevolissimi colleghi, tra laltro quasi tutti baresi, senza che sia stato discusso il famoso trinomio: chi siamo, dove andiamo, cosa vogliamo. Che cosa andrò a dire alla prossima riunione di ventenni a Palagiano? Che ci siamo messi tutti noi nella segreteria, quasi che il Pd fosse la città proibita dell'ultimo imperatore?
"Strappo" col segretario Emiliano?
Michele era e resta il mio candidato sindaco, ma non lo seguo in questa strategia di accomodamento della situazione all'interno del partito, quasi che non smuovendo le acque, la barca riesca a galleggiare. È arrivato il momento di guardarci in faccia e di dirci che la barca rischia di affondare. Non posso chiudere gli occhi: farò campagna elettorale con il mio partito, chiedendo a tutte le associazioni che ruotano intorno, a partire da Puglia Riformista, di essere protagoniste della campagna elettorale. Tutti noi dobbiamo metterci in questo momento di difficoltà in discussione e, se serve, anche in lista ovunque, per far capire l'emergenza che stiamo vivendo. Io non voglio che la barca affondi.
Non è la prima volta che protesta col suo Pd pugliese, perché?
Mi sono seccato, tanto per usare un eufemismo, di essere accusato di collaborazionismo col nemico oppure, nella migliore delle ipotesi, di essere un rompiscatole solo perchè oso disturbare il manovratore. Credo sia arrivato il momento di costruire, all'interno del Pd, una casa comune per tutti coloro che credono ancora, o s'illudono, che la politica sia servizio e non esercizio di equilibrismi e ipocrisie. Una casa in cui si ha la libertà di dire che l'accordo sugli ammortizzatori sociali tra governo e Regioni, per quanto realizzato anche dal ministro Fitto, è un fatto positivo. E vorrei farlo senza essere messo al muro dagli ipocriti di professione e dai teologi della doppia morale.
In questi giorni il Pd ha alzato il tiro sul lavoro e sulla crisi economica. Che ne pensa?
Ho sentito dire da autorevoli rappresentanti del governo nazionale che in casi di grande recessione occorre immettere liquidità nel sistema. Certo, questo era scritto sui manuali di un ventennio fa, ma la liquidità immessa a pioggia fa solo peggio, crea consumi artificiali, droga i mercati. Quando ci si fa male si corre al pronto soccorso per suturare subito le ferite e poi pensare alla convalescenza. Dobbiamo innescare politiche straordinarie di sostegno al reddito, cioè dare soldi a cassintegrati e alle famiglie, soprattutto quelle monoreddito. Non vedo, invece, nessuna politica specifica sulla famiglia, osservo un impegno straordinario su altri fronti, sicuramente meno importanti di questo.
Vale anche per la Puglia di Vendola?
Vorrei che chi avesse voglia di dire che non è concepibile che le Asl siano per l'ennesimo anno allo sfascio finanziario abbia la libertà di farlo. L'Ilva ha cinquemila cassintegrati e ogni giorno decine di fabbriche piccole e medie sfornano lettere di licenziamento: noi, il centrosinistra, la cosiddetta «Puglia migliore», che stiamo facendo? Quando ho detto che l'Acquedotto pugliese è stato gestito in modo quanto meno approssimativo sono stato accusato di rappresentare i poteri forti. Adesso non so che cos'accadrà solo perchè ho osato dire che la gestione regionale del Pd così non va. Il centrosinistra deve fare autocritica e personalmente, se non avrò contribuito al raggiungimento di veri risultati di rinnovamento, non esiterei a farmi da parte.