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11.01.2010 - Lettera aperta - Risposta al Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune"

11.01.2010

Risposta al Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune"

Lettera aperta di Francesco Boccia

Gentili amici del Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune"

ho ricevuto il vostro comunicato diffuso in questi giorni, riguardante, tra le cose, alcune dichiarazioni sulla mia idea di gestione dell'acquedotto pugliese e colgo l'occasione, rispondendovi, per fare chiarezza su un tema che sta a cuore a me quanto a voi, e che interessa tutti i cittadini Pugliesi.

Premetto che la mia posizione sul tema della gestione dell'Acquedotto pugliese fu oggetto di un mio intervento formale in qualità di Assessore all'Economia e al Bilancio del Comune di Bari.

Era il 2004 e scrissi una lettera all'allora Presidente della Regione Raffaele Fitto poichè ero preoccupato per la cattiva gestione dello stesso Acquedotto, rappresentando le istanze del Comune di Bari.

Scrivevo all'epoca "nella nostra Regione insiste, oramai da diverso tempo, una situazione di grave emergenza di rilevanza ambientale connessa tanto all’approvvigionamento idrico, quanto alla depurazione e trattamento delle acque.

La dimensione del problema, infatti, è di così grave entità che, da circa un decennio, viene confermata la situazione di permanente emergenza [...] L’obsolescenza infrastrutturale della rete idrica, fognante e di depurazione si scontra con la necessità di garantire un livello minimo di servizio a tutti i cittadini. L’acqua è un bene indispensabile e il relativo servizio è di pubblica utilità. Nonostante lo stato di emergenza, la qualità del servizio non ha raggiunto, in numerose aree della Città un livello minimo che possa essere considerato adeguato ai bisogni dei residenti. [...]

L’emergenza del territorio pugliese richiede necessariamente scale di intervento e relativi investimenti finalizzati a gestire e risolvere le singole specificità.

Oggi ci troviamo di fronte ad un quadro poco chiaro relativamente alla qualità degli investimenti, ai tempi di realizzazione, ma soprattutto ai territori d’intervento. Nello stesso tempo il meccanismo procedurale Comune – ATO – AQP non appare adeguato alle esigenze eccezionali, infrastrutturali ed ambientali, che colpiscono la Città di Bari. [...]

Da anni è assente una logica di programmazione e gestione degli interventi. [...]

Le disposizioni legislative stabiliscono in modo chiaro che “l’organizzazione” del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) spetta ai Comuni e alle Province di ciascun ambito, mentre alle Regioni spetta invece il compito di individuare eventuali forme di cooperazione tra gli enti locali ricadenti nell’ambito territoriale.

È pertanto necessario, ripartendo dalla convenzione, trovare un nuovo equilibrio di responsabilità e competenze, con l’obiettivo comune di rendere un servizio al massimo dell’efficienza e a tutta la popolazione. [...]

Chiedo, pertanto, un Suo immediato intervento al fine di stabilire le modalità di reinfrastrutturazione dell’intero sistema idrico e fognante e al fine di coinvolgere l’Amministrazione Comunale, anche sul più ampio tema legato al ruolo dell’AQP S.p.A.

Ritengo, infatti, opportuno avviare una riflessione politica sulla possibile partecipazione del Comune di Bari, unico Ente responsabile della gestione del proprio sottosuolo, nonché unico proprietario della rete, alle strategie ed, eventualmente, al capitale dell’AQP S.p.A.. [...]"

Riportavo questa istanza del Comune di Bari al Presidente della Regione Puglia perchè è mia ferma convinzione che i Comuni, essendo garanti della qualità di vita dei cittadini, nonché responsabili della gestione del proprio sottosuolo e proprietari delle reti, debbano avere un ruolo più incisivo nei processi decisionali e strategici dell'acquedotto Pugliese.

Per questo continuo a pensare che debbano avere una partecipazione diretta nelle strategie e nell’organizzazione del servizio idrico integrato, avendo accesso di fatto nel capitale sociale.

Questa posizione non risulta dissimile da quella del Pd, e rimane coerente con le iniziative intraprese dallo stesso partito in Consiglio Regionale, nonchè della stessa ANCI Puglia.

Posto questo, aggiungo alcuni elementi di riflessione ulteriori, sperando possano essere oggetto di un sereno e proficuo confronto.

Siamo sicuri che il tema della gestione dell'Acquedotto Pugliese debba leggersi per tramite della dicotomia: acqua bene pubblico Vs acqua bene privato ?

Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’acqua rappresenti un bene pubblico, ma non è questo il punto.

Personalmente, trovo surreale un dibattito che si incentri su questo punto, visto e considerato che l’Aqp è già pubblico al 100% e nulla cambia il suo configurarsi come Spa.

Anche ieri ho ribadito a Vendola, davanti a Fratoianni e Blasi nell'incontro tenutosi a Bari, che se volesse potrebbe erogare acqua gratis a tutti domattina, attraverso questo stesso assetto societario. E copriremmo il buco finanziario con nuove tasse ai più ricchi. Perchè non viene fatto?

Dovremmo quindi interrogarci sul perché i manager scelti abbiano fallito e i pugliesi continuino a pagare l’acqua più dei lombardi e dei veneti.

La mia idea non é la privatizzazione dell’ente, ma l’ingresso dei comuni nel capitale sociale come primaria risoluzione dei problemi concreti e quotidiani dei cittadini.

Il tema centrale deve rimanere sempre la qualità e la sostenibilità dei servizi di erogazione, e quindi l'individuazione delle più corrette ed efficienti modalità per garantirne il miglioramento.

La mia idea non é la privatizzazione dell’ente, ma l’ingresso dei comuni nel capitale sociale come primaria risoluzione dei problemi concreti e quotidiani dei cittadini.

Sei anni fa, come oggi.

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