"Basta con le icone ci serve concretezza"
Francesco Boccia racconta la Puglia futura.
Articolo di Alessandra Colucci apparso su Epolis il 20 gennaio 2010
Ha lasciato che, lentamente, il fuoco del contrasto tra Pd e Nichi Vendola si consumasse, attraverso un rimpallo di accuse e prese di posizione sempre più acceso. Ha visto sfilare nomi e indiscrezioni, taluni concretamente possibili, altri ridotti al mero rango di gossip. Ma lui, Francesco Boccia, parlamentare Pd, un occhio sulla possibilità di correre come governatore per il centrosinistra lo ha sempre tenuto puntato. Forse più di uno. E così, quando i tempi sono stati maturi e Michele Emiliano ha annunciato l'ennesimo cambio di rotta rispetto a quanto deciso, l'economista di Bisceglie ha accettato l'incarico di sondare un ipotetico allargamento della coalizione, portando a casa il sì di Idv e, soprattutto, Udc, che a Vendola, per mesi, ha opposto un fiero no. Dopo molti tentennamenti, ha dovuto cedere alle primarie, che avrebbe voluto evitare. Cinque anni fa gli furono fatali, entrò papa in un conclave che pareva vinto ad occhi chiusi e ne uscì mestamente cardinale, una sconfitta che accettò, «per spirito di partito» ma, sull'incredibile della quale «sono state scritte sei tesi di laurea», come ricorda oggi, insinuando il dubbio che, forse, non tutto andò come sarebbe dovuto. Oggi uscirà la sua campagna pubblicitaria, con lo slogan «Con la testa e con il cuore» e domenica si voterà.
Come sta?
Benissimo.
Settimana intensa, piena di impegni e appuntamenti...
Sì, sono piacevolmente travolto dalle tante cose da fare, questa è la dimostrazione che abbiamo ragione a credere in una Puglia dai nuovi orizzonti, su questi presupposti è basato il nostro progetto politico, che aggrega anche le forze di opposizione parlamentare come l'Idv e l'Udc che hanno aderito al nostro progetto per la Puglia.
Come pensa che tutte queste polemiche potranno condizionare la gente? Non crede che i pugliesi avranno difficoltà ad approcciare a tutto questo?
No, non credo ci sia confusione. Il ragionamento è semplice, noi vogliamo una Puglia governata per i pugliesi, con la testa e con il cuore, come dice il mio slogan, una Puglia che non abbia proprietari e padroni, dove non ci vogliano 540 giorni per una mammografia, ma gli esami si ottengano in tempi brevi. Dobbiamo dare risposte ai giovani, che non vanno usati come icone, dobbiamo offrire garanzie per la prima casa, fatti concreti. I giovani non servono per le manifestazioni, io voglio coinvolgerli direttamente, anche nel governo della Puglia. Voglio cambiare le regole. Non voglio mai più che i direttori generali delle Asl siano direttamente coinvolti nelle gare d'appalto, ho in mente una centrale per regolare queste cose, che sia gestita dal meglio della burocrazia e della magistratura in pensione. Voglio che la Regione abbia una classe dirigente rigorosa e credibile.
Si sente diverso da Vendola?
Siamo divisi dall'esperienza, lui ha 35 anni di politica alle spalle, si vede che è un politico esperto, io sono contento di essere un professionista. Ma su temi come l'acqua e il nucleare io sono molto più a sinistra di lui, d'altra parte è evidente dal comportamento del Pd in Consiglio regionale.
Ha voglia di una rivincita?
No, affatto. Io ho un progetto politico importante per la Regione. La Puglia ha tutto per poter guidare il riscatto del sud, altrimenti qui rischiamo che il riscatto diventi una specie di Godot che tutti aspettano ma che, in realtà, non arriva mai.
Ci dà la sua definizione di primarie?
Sono uno strumento straordinario, se le normassimo sarebbe meglio.
In che senso normarle?
Dovremmo farle in maniera consapevole, come succede negli Stati Uniti. In Italia, invece, sono quasi una chiamata a raccolta. In sostanza le ritengo un bel processo che però ha ancora alcuni limiti al quale, comunque, sono sempre stato favorevole, come d'altra parte sono favorevole all'allargamento della coalizione. In effetti, io sono comunque il candidato di una coalizione molto ampia e Vendola no.
Tornando a quello che è accaduto cinque anni fa, lei, proprio recentemente, è tornato su quella notte, ricordando che aveva la vittoria praticamente in pugno, ma poi le cose andarono in maniera molto diversa. Teme che si possano ripetere gli stessi fatti di allora?
La realtà è che dopo cinque anni, in Puglia non ci sono le leggi che servirebbero perché cose del genere non accadano.
Altrove ci sono?
Sì, per esempio in Toscana, lì le primarie sono state normate. A me è capitato di recarmi in Toscana tempo fa, hanno fatto le primarie anche per il Consiglio regionale ed io sono andato a fare campagna elettorale. È tutto diverso, uno va al seggio e lì c'è l'Esercito che sorveglia affinché tutto vada bene, le cose sono molto diverse.
E dunque come si possono evitare incertezze e dubbi come quelli del 2005?
Quello che posso dire, è che, per quanto riguarda il turno delle primarie di domenica, mi appello alla coscienza e all'onestà dei pugliesi.
È scaramantico?
No.