Aprire confronto parlamentare sugli effetti economici degli accordi TPP e TTIP
(ANSA) - “L'accordo di libero scambio commerciale del Pacifico, come da previsioni è realtà. Saltano barriere doganali su mercati che rappresentano il 40% del Pil mondiale. Per i 12 Paesi che si affacciano sul Pacifico, dopo 13 anni dall'inizio del negoziato originario partito da Cile, Nuova Zelanda e Singapore, è un'indubbia svolta geopolitica. Negli stessi 13 anni l'Europa si è guardata alla specchio scoprendosi più lenta e ancora più vecchia rispetto alle complesse sfide globali.
La riduzione progressiva di migliaia di dazi e barriere all'interscambio, la liberalizzazione soprattutto dei mercati agroalimentari di Usa, Canada e Giappone, l'uniformità delle norme sui brevetti sulle tecnologie più avanzate e gli inevitabili accordi possibili tra i colossi farmaceutici, l'omogeneizzazione porterà a un risultato certo: il consolidamento nell'export mondiale del Made in USA. Siamo in una delicatissima fase di ridefinizione delle strategie globali e di cambiamenti interni evidenti anche tra i cosiddetti BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) e l'Ue in questo passaggio storico non trova di meglio da fare che potenziare ‘il campionario dei buoni auspici’, come ha fatto la Commissaria Cecilia Malmström, sui tempi del potenziamento della più grande area di libero scambio del mondo attraverso il Trans Atlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) sul quale il livello di confronto e approfondimento del Parlamento Europeo e degli stessi Parlamenti nazionali è tuttora molto superficiale.
Mi auguro si possa aprire un serio confronto parlamentare sugli effetti economici degli accordi di libero scambio nel Pacifico e tra Pacifico, Atlantico e resto del mondo”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera.