Invitalia modello da seguire. Agenzia della Coesione modello da cambiare
“Le dichiarazioni della direttrice dell'Agenzia della Coesione, Maria Ludovica Agrò, apparse oggi sulla stampa sono a dir poco preoccupanti. Dichiarare che riusciremo, forse, a spendere i 12 mld della programmazione 2007-2013 contabilizzando spesa già fatta con altri fondi certifica l'incapacità di spesa del nostro Paese. Il tema non è se e quanto si spende ma come lo si fa.
Da anni ribadisco un concetto banale ma fondamentale: le risorse comunitarie se non creano economia endogena non servono a nulla. Un euro pubblico ha senso solo se aumenta l'occupazione, se incide sull'output fino alla scala locale, se stimola investimenti privati. Proprio come nel modello utilizzato da Invitalia nelle Partnership pubblico-private.
Questa corsa contro il tempo che, puntualmente, si ripete al termine di ogni ciclo di programmazione rappresenta la peggiore sconfitta del modello italiano di sviluppo attraverso i fondi strutturali. Dopo oltre 25 anni di programmazione (dal quadro comunitario di sostegno 1989-1993) credo che ci siano validi esempi e motivi per poter fermare questo scempio. Le valutazioni fatte oggi dall'Agenzia le trovo fuori luogo e, pertanto, nei prossimi giorni sarà fondamentale confrontarsi sugli strumenti tuttora esistenti, fissando obiettivi chiari: pochi progetti strategici per tutto il Mezzogiorno.
Le Regioni, gli enti locali e le amministrazioni centrali hanno il dovere di finanziare le micro iniziative con la fiscalità ordinaria. Trovo le polemiche di questi giorni tra addetti ai lavori e questo scaricabarile tra amministratori e Stato centrale indecoroso e offensivo verso migliaia di imprese che si attendono solo poche regole chiare.
Lo ribadisco ancora: i fondi strutturali hanno senso se generano economia endogena, altrimenti alimentano solo convegni e inutili dibattiti fuori tempo massimo e spesso tra professionisti della polemica”. Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio, interviene nel dibattito su Sud e Fondi UE.