Sul credito alle imprese tocca alla politica
“Ha fatto bene il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, oggi in audizione alla Camera, a ribadire la possibilità per la Bce di acquistare sul mercato secondario obbligazioni emesse dalla Bei. Siamo alla vigilia della risoluzione del Parlamento italiano sul Piano e, a questo punto, dovremmo ipotizzare la possibilità di obbligazioni Bei per il finanziamento dei progetti del Piano Juncker.
Senza dubbio questa risposta va colta come una buona notizia, il piano Juncker si sta delineando sempre più come una maxi garanzia da 21 mld finalizzata a stimolare investimenti privati, ma con quei moltiplicatori, senza un aiuto straordinario, come possono essere le obbligazioni Bei, il progetto appare ardito.
Ma se la Bce fosse disponibile a sottoscrivere obbligazioni emesse per il finanziamento dei progetti si potrà sicuramente ridurre l’effetto leva e abbassare i tassi d’interesse.
Le scelte della Bce di questi ultimi due anni, dall’Omt al QE, sono state decisive per stabilizzare i mercati finanziari ma sul credito alle imprese la strada è ancora lunga, servirebbe aprire un confronto politico in Italia e dall’Italia in Europa.
L’ingente liquidità immessa nel sistema, che ha consentito ai governi di gestire le complessità, non riesce ad essere intercettata dall’economia reale; le nostre banche, infatti, quando si tratta di erogare credito alle imprese sono sempre ‘corte di capitale’.
È necessario un grande impegno politico per modificare regole che ci penalizzano e mettere l’economia reale nelle condizioni di utilizzare questa massa di liquidità senza precedenti che così viene intercettata solo dai grandi investori”.
Così Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio, a conclusione dell’audizione di Mario Draghi in commissioni riunite Bilancio, Finanze e Politiche dell’Unione Europea.