Dopo 25 anni ammettere fallimento dell’integrazione e delle politiche di convergenza
“Il Sud, purtroppo, è rimasto la mucca da mungere come 35 anni fa. Per parlare di Mezzogiorno bisogna sapere cosa si vuole per regioni così diverse tra di loro e unite purtroppo solo dal ritardo di sviluppo. E se non l`ha capito la politica dubito possano averlo capito gli imprenditori che dovrebbero attivare le leve dello sviluppo.
Sono trascorsi 25 anni tra il primo quadro di sostegno comunitario, era il 1989, e la scadenza dell’ultima programmazione di fondi europei, il 2013. E guarda caso è lo stesso periodo intercorso tra la caduta del muro di Berlino e l`integrazione tra le due Germanie. Solo che la Germania Est dell’89 era molto ma molto più in ritardo di sviluppo del Mezzogiorno d’Italia”. Così Francesco Boccia, prediente della commissione Bilancio della Camera in un’intervista al Mattino su Sud e Fondi europei.
È necessario concentrare “la programmazione 2014-2020 dei fondi europei e dei fondi di Sviluppo e coesione su 5-6 grandi investimenti per il Mezzogiorno e assegnare alle Regioni le quote di loro competenza per realizzarli. Dalla banda larga alla logistica connessa ai porti e agli interporti, agli aeroporti, alle università. Per ognuno di questi settori c`è bisogno dell`impegno diretto dello Stato”.
“Quando si parla di Sud bisogna abbandonare la retorica e l’idea che possa bastare un’agenzia o una cabina di regia per far ripartire il Mezzogiorno. È un film già visto, di cabine di regia è piena la Treccani...
Un`operazione intelligente sarebbe, invece, mettere intorno a un tavolo quei 5-6 economisti e centri di ricerca che conoscono bene il Mezzogiorno ma che sono spesso cantori inascoltati. Se fossi in Delrio mi farei aiutare”.