(ANSA) - ROMA, 14 FEB - Se a marzo, al momento del voto finale sulle riforme, si dovesse ripetere l'assenza di tutte le opposizioni, la minoranza del Pd non prenderebbe parte al voto stesso. Lo dice Francesco, presidente della commissione Bilancio della Camera ed esponente della minoranza Pd.
Aver votato in una notte oltre 350 emendamenti a una riforma costituzionale, non so se rappresenta un record, ma se lo è, è un record negativo".
Boccia spiega che la minoranza del Pd ha votato in modo omogeneo al gruppo (tranne su un paio di emendamenti), "per rispetto delle decisioni prese all'Assemblea del gruppo. In quella Assemblea - riferisce Boccia - abbiamo dato al segretario-premier credito nel suo tentativo di mediare con le opposizioni. Secondo me c'erano le condizioni per una mediazione già ieri, perché avere un aula piena valeva un giorno di lavoro in più. Questa mediazione non e' stata fatta, e così alcuni di noi non hanno partecipato al voto (Fassina e Civati ndr), altri hanno votato per non minare le fondamenta del Pd che rimane l'unico baricentro in un sistema politico in dissoluzione. Però ora che a marzo ci dovremo esprimere sul voto finale, io non ho alcuna intenzione di votare riforme con un Parlamento semivuoto, perché sarebbe un pessimo precedente".
"Alcune opposizioni, come M5s - ammette Boccia - hanno sbagliato toni e metodi, perché quando impedisci ad un altro collega di parlare, impedisci il funzionamento di base della democrazia. Ma se tutte le opposizioni hanno deciso di uscire non possiamo pensare che siano tutti eversori. C'e' qualcosa che non funziona e noi dobbiamo farcene carico. Ieri Renzi ha chiesto una apertura di credito, gli e' stata data con l'impegno a tenere aperta la mediazione, se non accade, se resta questa riforma non la possiamo votare".
"Io mi muoverò sia alla Direzione del Pd che in tutte le occasioni pubbliche perché il Pd eviti di ripetere l'errore del passato, l'approvazione a colpi di maggioranza di una riforma. La Costituzione deve essere amata da tutti gli italiani e una approvazione con i voti di una sola parte mina questo obiettivo. Renzi quindi apra una mediazione, offrendo anche la possibilità di modificare ancora il testo in Senato". (ANSA).