“Perché non ho votato #JobsAct? è a saldo zero, non estende i diritti, art18 modifica sbagliata, riduce risorse al lavoro”. Così su Twitter Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera.
“Quando si cambia pensando agli altri – chiarisce Boccia sui social network per spiegare le ragioni del non voto sul Jobs Act - le riforme vengono fuori come si deve. Quando, facendo politica, si cambia pensando solo a se stessi, le riforme si trasformano in dei grandi pasticci. Ho fatto di tutto, in direzione e nel gruppo PD, per spiegare che questa interpretazione del mondo del lavoro è obsoleta e, certamente, non coglie i grandi cambiamenti che abbiamo di fronte. Le tutele e i diritti sulle maternità, ai precari e ai disoccupati non si estendono senza soldi, così come invece si racconta. Il testo del Jobs Act è con una clausola sulle coperture a saldo zero. E invece servirebbero ancora almeno altri 1.5 miliardi di euro. O, forse, qualcuno può smentirmi se oggi dico che un lavoratore in cassa integrazione in deroga e/o in mobilità quando passerà all’Aspi perderà dal 20 al 30%? E ancora, mentre l’economia digitale, che non tassiamo per scelta politica, divora velocemnte una parte dell’economia reale, noi in un’improbabile e auspicata crescita, sempre e solo sperata, cancelliamo quel che resta dell’articolo 18, già modificato peraltro dal governo Monti, per i lavoratori di oggi e i ragazzi di domani. Per queste ragioni ho scelto, come altri compagni di partito, di non votare il Jobs Act”.