“L'Italia sta affondando e c'è ancora qualcuno che pensa di evitare il naufragio togliendo l'acqua dalla nave col cucchiaio. L'Istat ha certificato ciò che tutti sapevamo: l'Italia è in deflazione tecnica. Da un anno sto ripetendo che in deflazione tecnica è matematicamente impossibile l'abbattimento del debito pubblico solo con il taglio della spesa. Serve accompagnare al taglio della spesa uno choc fiscale di riduzione delle imposte di 30 miliardi concordando con l’Europa un utilizzo temporaneo dell’aumento del debito stesso.
Ebbene, il debito calerà solo quando avremo ripreso a crescere. Bisogna fare una manovra espansiva per il 2015, serve una manovra fiscale choc che stimoli la produzione delle imprese e i consumi delle famiglie e ciò non avverrà tagliuzzando qua e là un migliaio di aziende municipalizzate, che sia chiaro, a mio avviso tutte quelle che erogano servizi erogabili da privati in regime di concorrenza vanno abolite per legge, bensì dando ossigeno alle imprese e alle famiglie. La manovra fiscale choc può essere coperta da un aumento controllato e concordato del debito, anche approfittando dei bassi tassi d'interesse che l'Italia sta pagando, concordato a livello europeo, grazie anche alla presidenza italiana dell'Ue.
Inutile parlare di calo del deficit se non pensiamo alla crescita: è come dare un'aspirina a chi ha una malattia potenzialmente mortale. Il presidente Renzi faccia il Renzi: in questo momento serve un colpo d'ala deciso che smuova il sistema, anche perché la deflazione uccide subito le piccole e medie imprese che, a differenza dei big, non possono permettersi una corsa all'infinito ribasso dei prezzi. E il sistema Italia è fatto di piccole e medie aziende.
Un’impostazione di questo genere non potrà non essere sostenuta ad esempio dalla Francia e dalla stessa Germania che in deflazione tecnica potrebbe entrare tra non molto. Ha ragione Draghi: inutile aspettare i soldi della Bce se non sblocchiamo il sistema interno. E lo si può fare solo prendendo la scure e tagliando le tasse”.
Così Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio ella Camera, impegnato a Chicago all'Università dell'Illinois per un lavoro scientifico sulla fiscalità dell'economia digitale.