“Sia chiaro: non parlo di responsabilità penali, di cui si occupano i magistrati. Parlo di responsabilità politiche. Mi auguro che venga giù l’ipocrisia e che si dica chiaramente cosa non ha funzionato tra Martina e Sala, sennò facciamo il gioco di quelli che abbiamo sempre criticato. Vorrei sapere se c’è mai stato un carteggio ufficiale tra il ministro e il commissario per assicurare che tutto funzionasse bene per l’inaugurazione dell’esposizione nel 2015. Me lo chiedo perché Sala, sulla cui onestà non ho dubbi, ha poteri speciali che andavano esercitati. Martina ha avuto la delega all’Expo sia nel governo Letta, come sottosegretario, che nel governo Renzi, come ministro dell’Agricoltura. Penso che Martina sia persona onesta però le responsabilità politiche vanno chiarite, va chiarito se siamo capaci o no…”.
Parola di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio di Montecitorio. A un mese dalla raffica di arresti sugli appalti Expo, mentre a Palazzo Chigi studiano il decreto per configurare i poteri di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anti-corruzione che per volontà del premier Matteo Renzi dovrebbe occuparsi di trasparenza e pulizia intorno all’esposizione universale del 2015, Boccia punta i riflettori su quella “filiera che va da Sala a Martina e viceversa” che secondo lui “non ha funzionato per bene”. E’ anche in questo senso che, secondo il deputato Democratico, andrebbero chiarite le responsabilità, “non penali, ma politiche”, ripete. Vanno chiarite le responsabilità della corsa ad ostacoli che la macchina Expo si trova a dover affrontare oggi per aprire nel 2015: stretta tra le inchieste della magistratura e il delicato dibattito sull’assegnazione dei poteri a Cantone.
Onorevole Boccia, fin dall’inizio dello scandalo Expo, lei è intervenuto più volte sull’argomento per sollecitare il governo a far presto nell’assegnazione dei poteri a Cantone, in modo che possa operare come commissario anti-corruzione. Perché il decreto per Cantone continua a slittare? Dove si è inceppata la macchina?
Su dove si è inceppata, sarebbe opportuno chiedere a Delrio, che è sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Io parto dal presupposto che non è detto che produrre un decreto velocemente sia la cosa migliore da fare. La fretta fa i figli ciechi. Quindi non mi preoccupo dell’allungamento dei tempi. Mi interessano di più i contenuti del decreto, come dice anche Renzi. Su quello abbiamo il dovere di fare chiarezza, se siamo d’accordo sui contenuti.
Evidentemente il problema sta nei contenuti del decreto.
Intanto, io credo che sarebbe finalmente il caso di mettere le mani su quella farsa italiana che è la gara con il massimo ribasso. E’ una battaglia che ho fatto più volte e tornerò alla carica. Va abolito il meccanismo del massimo ribasso: produce solo contenzioso e corruzione. Mi auguro che si possa fare. Su tutti gli appalti va fissato un prezzo congruo, deciso dalla pubblica amministrazione, e non si va al di sotto di quel prezzo. Sennò ogni volta vince chi offre lavori al minor prezzo, salvo poi scoprire il sovrapprezzo nelle cosiddette riserve. Gli episodi di corruzione sull’Expo e anche sul Mose sono caratterizzati da questo meccanismo infernale. Ma se ne parla solo sull’onda dell’emergenza, ricordo lo stesso dibattito in seguito alle inchieste sul terremoto all’Aquila. Quindi, se Palazzo Chigi si prende qualche giorno in più per fare il decreto e mette mano al codice sugli appalti, non sarebbe male.
Ma sui poteri a Cantone, perché ci sono ancora ostacoli? Di quale ordine?
Se lo coinvolgi, come magistrato e presidente dell’Autorità anti-corruzione, non puoi non cambiare le modalità con cui l’autorità deve intervenire sui cantieri oggetto di malaffare. Credo che la cosa migliore sia consentire a quella autorità di commissariare direttamente i contratti che secondo i magistrati sono ‘inquinati’. Mi rendo conto che è un’idea che viaggia ai confini del diritto, perché parliamo di condanne non definitive. Però penso si possa fare. Quando ci sono casi di malaffare conclamato e investimenti pubblici per opere pubbliche importanti e strategiche, deve essere possibile commissariare direttamente la commessa oggetto di indagine della magistratura. L’obiettivo deve essere evitare ricorsi, non far fallire le aziende, evitare che i tempi si allunghino. Allora, direi, si diano a Cantone questi poteri straordinari, il potere di nominare i commissari dei contratti oggetto di inchiesta giudiziaria. Così, il commissario governa la procedura cancellando i sovrapprezzi e l’azienda torna a gestire la commessa solo se e quando risulta innocente in terzo grado.
Come si è arrivati a questa situazione di impasse, inchieste, corruzione?
Io trovo tutto questo surreale. Sala è persona per bene ma stiamo parlando della più grande operazione di investimento pubblico che il paese abbia fatto sotto i riflettori del mondo dai mondiali del ’90, dal punto di vista delle risorse utilizzate. Su una roba così, il dibattito non può ridursi a chi ha fatto il rendiconto e chi ha commissionato i lavori. Il commissario, sulla cui onestà non ho dubbi, ha poteri speciali che però andavano esercitati. Mi piacerebbe sapere se è intercorsa una discussione, un carteggio, comunicazioni ufficiali tra il ministro Martina, che aveva la delega all’Expo anche nel governo Letta come sottosegretario all’Agricoltura, e Sala. Le responsabilità penali le accerta la magistratura, quelle di gestione e pulizia le diamo al commissario anticorruzione, ma poi ci dobbiamo assumere anche le responsabilità politiche, dire se siamo capaci o no. Mi auguro che venga giù l’ipocrisia, che si dica chiaramente cosa non ha funzionato tra Martina e Sala, sennò facciamo il gioco di quelli che abbiamo sempre criticato. Martina è persona onesta e seria, io non parlo di responsabilità penali però l’Expo è affare serio e non possono pensare che sia Cantone a coprire i ritardi, a fare pulizia e assicurare la trasparenza. Manca solo un anno all’inaugurazione a maggio 2015, non abbiamo molto tempo: chi ha rubato vada in galera; sul piano politico invece va capito se c’è qualcuno che si è dimostrato incapace.
Lei accusa Martina. Estende l’accusa anche a Renzi?
Renzi si è comportato correttamente: più che dichiarare guerra alla corruzione e fissare meccanismi di controllo sulle procedure in collaborazione con la magistratura, che può fare? Gli consiglio di cogliere la palla al volo per cambiare le norme sugli appalti e abolire il massimo ribasso.
Il senatore del Pd Mucchetti dice che Cantone e Renzi non sono più in sintonia. La vede allo stesso modo?
Non mi pare non ci sia sintonia tra Cantone e Renzi. Entrambi vogliono la stessa cosa. Si tratta di capire come farla. Non penso che debba fare tutto Cantone, il quale infatti dice che non vuole occuparsi di Mose, ma a un certo punto gli si deve consentire di operare, commissariando i contratti oggetto di indagine. E’ questa la chiave. Vale per Expo e per il Mose, su cui vorrei dire una cosa
Prego.
Ma perché un consorzio che non ha concorrenza e che ha tra l’altro una tecnologia unica al mondo, un consorzio che sta facendo un’opera importante, perché ha avuto la necessità di corrompere pezzi dello Stato? Siamo di fronte ad una malattia. L’appalto ce l’hai, perché lo fai?