26.10.13 - UNIVERSITA' PENALIZZATE ANCHE PER COLPE PROPRIE ( dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 26.10.2013 intervista a pagina 13 )
26.10.2013
BARI. Nella polemica sui punti organico dell`Università, afferma, «più che a inesistenti complotti bisogna guardare ai numeri». Da addetto ai lavori (è associato di Economia aziendale a Castellana), prima che da presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia invita ad andare oltre: «Quei parametri fanno riferimento a una norma del governo Monti, sono sbagliati e li cambieremo in Parlamento. Ma, detto questo, abbiamo delle responsabilità storiche e dobbiamo fare autocritica». La polemica è scoppiata a metà settimana, quando è stato pubblicato il decreto del ministro Maria Chiara Carrozza che fissa i punti organico: cioè le assunzioni consentite in ciascun ateneo. Anche per l`Università, così come in tutta la pubblica amministrazione, il turn-over è fissato attualmente al 20 %: una assunzione ogni 5 pensionati. Ma per effetto del decreto Carrozza, ci sono atenei (tipo la scuola superiore S. Anna, la Normale di Pisa ma anche Catanzaro) che potranno assumere fino a due volti il numero dei pensionati. E altri, come l`Università e il Politecnico di Bari, che hanno ottenuto pochissime assunzioni. «Come ha spiegato Massimo Marrelli della Federico II - dice il parlamentare Pd - i parametri sono errati, ma niente sospetti. La quantità di turn-over e di risorse dipende in primo luogo dal margine di capacità assunzionale che l`ateneo presenta, e questo margine dipende dalla differenza tra le entrate complessive e le spese per il personale». E dunque, se «è evidente che i parametri vanno adeguati ai diversi livelli territoriali», secondo Boccia bisogna anche chiedersi se i contenuti del decreto siano la causa o l`effetto di scelte sbagliate: «Lo dico con il massimo rispetto per chi in questi anni ha lavorato risanando il più possibile. Ma se i ragazzi del Sud vanno a studiare altrove, mentre nessuno si sogna di venire al Sud, dovrà pur esserci un motivo». Ovvero? «Responsabilità storiche, rispetto alle quali la classe dirigente meridionale dovrebbe tacere e rimboccarsi le maniche». Sfogliando le schede ministeriali, secondo Boccia, emerge una incapacità nelle scelte: «Il tema prioritario - dice - è il peso dei nostri atenei rispetto alla qualità scientifica. A Bari quel peso è il 2,2%, più basso del peso atteso, così come la qualità scientifica dei docenti è pari al 2,5%. Avendo reclutato 586 soggetti nel periodo 2004-2010, la qualità scende a 2,3%: significa che rispetto ad altri atenei italiani, Bari ha reclutato mediamente peggio. Nonostante i miglioramenti degli ultimi 5 anni, il peso del primo decennio degli anni 2000 è stato devastante». Sul punto, ad esempio, Foggia ha fatto meglio della media: «Ha reclutato 256 soggetti che, secondo i dati ministeriali, hanno migliorato una qualità scientifica pari allo 0,73%, rispetto allo 0,67% atteso». Lecce, invece, si è mossa come Bari: «Il reclutamento di 263 soggetti porta il peso all`1,04% rispetto all`1,29°/0 come media attesa». Insomma, secondo il parlamentare Pd, «bisogna chiedersi se negli ultimi 10 anni sono effettivamente stati selezionati i migliori docenti possibili. Accanto a professori straordinari che fanno un lavoro unico, che concepiscono la formazione e la ricerca come attività totalizzante e unica e tengono in piedi onore e speranza della nostra attività scientifica, ci sono quelli che hanno scritto più di quello che hanno letto, non producono articoli scientifici di livello da anni, sono sconosciuti all`estero e prediligono l`attivita professionale. E se ci ritroviamo le università piene di gente che mette davanti a tutto la propria attività professionale, se non addirittura la politica, poi di cosa ci lamentiamo?». E dunque, qual è la ricetta di Boccia? «Nel decreto Fare, di cui ero relatore, il governo Letta ha già alzato dal 20% al 50% la soglia del blocco delle assunzioni a partire dal 2014. Sul resto, aspettiamo il lavoro che il ministro Carrozza presenterà al Parlamento. Ma basta con strali a casaccio o accuse di complottismo. Dobbiamo puntare sui nostri docenti migliori e su chi fa ricerca». Anche dall`Università di Bari, però, sono partite critiche pesanti: «Abbiamo il dovere - risponde Boccia - di cambiarla radicalmente. Il mio non é un atto di accusa verso chi l`ha gestita: al rettore Corrado Petrocelli mi lega una sincera amicizia e gli do atto dell`inversione di marcia rispetto ai 15 anni precedenti. Il neo-rettore Uricchio ha la responsabilità storica di fare una rivoluzione negli organici senza precedenti, e di tornare a mezzo secolo fa, quando a Bari insegnavano i migliori e gli studenti si sentivano tra i più bravi del Sud e d`Italia».