19.06.13 - Bicamerale per la spending Rewiew ( da il sole 24 del 19.06.2013 )
19.06.2013
ROMA Parlamentarizzare la spending review. Con le commissioni competenti incaricate di individuare i tagli settore per settore in modo da presentare entro settembre un dossier completo che sia di bussola al governo nel predisporre la Legge di stabilità. È la proposta fatta ieri dal presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia ai presidenti delle altre commissioni e alla presidente della Camera Laura Boldrini, che ha chiesto a Boccia di presentare ufficialmente la proposta tra 7-10 giorni. Boldrini ne parlerà con il presidente del Senato Pietro Grasso. L'obiettivo è infatti l'istituzione di un Comitato bicamerale per la revisione della spesa pubblica composto da deputati e senatori delle commissioni Bilancio di Camera e Senato. A guidare l'organismo, che coordinerebbe nella fase finale il lavoro di tutte le commissioni, sarebbero dunque lo stesso Boccia e il senatore del Pdl Antonio Azzollini. Boccia, uno dei parlamentari del Pd più vicini al premier Enrico Letta, non nasconde certo che alla base dell'idea di parlamentarizzare la spending review c'è la volontà di non scaricare tutto sul governo il nodo dei necessari tagli di spesa. Saranno le commissioni competenti, al cui interno sono rappresentati tutti i gruppi, a indicare che cosa si può tagliare e che cosa no, superando la logica dei tagli lineari effettuati negli ultimi anni, da Tremonti allo stesso Monti. «Al momento di mettere mano alla Legge di stabilità il governo avrà così, comparto per comparto, già l'opinione del Parlamento su che cosa è "superfluo". Insomma, una volta che i partiti presenti nelle varie commissioni avranno individuato i tagli possibili sarà poi più difficile protestare fuori. «Se ad esempio il Parlamento indica la necessità di chiudere la società concessionaria dello Stretto di Messina, chi protesterà?». Proprio una maggioranza siffatta ragiona Boccia può riuscire nel miracolo di far diventare il Parlamento centro del dibattito sulla spesa pubblica, evitando che la questione si scarichi tutta sul rapporto tra governo e partiti che lo sostengono. Perché il punto vero, avverte Boccia, è che di tagli alla spesa non parla più nessuno. Ma non per questo non si faranno. «La spending review rimane la priorità delle priorità. Eppure non va più di moda, parlarne significa essere ascritti d'ufficio al partito dell'austerity. Si parla solo di nuove spese o di nuovi patti, a destra e anche a sinistra, facendo i conti con i debiti che pagheranno coloro che oggi non hanno parola, ossia i nostri bambini». Eppure anche per risolvere il primo dei nodi sul tavolo, quello dell'Iva, occorrerà trovare 4 miliardi di euro. L'aumento previsto per il 1° luglio sarà con ogni probabilità congelato per poter affrontare la questione, appunto, con la Legge di stabilità. L'Iva, ma anche il capitolo esodati ricorda Boccia e ad esempio il finanziamento della ricerca, sul quale il premier punta moltissimo. E mentre altrove si parla anche un po' a sproposito di sforamento del tetto del 3%, il Parlamento può cominciare a lavorare già da luglio a tagli di spesa selettivi, contribuendo a riportare un po' tutti con i piedi per terra. «Non va dimenticato che è proprio la stabilità, ossia il rispetto dei patti, a darci ora la flessibilità che ci permette interventi sul cuneo fiscale e sulla nettizzazione dei fondi strutturali Ue», conclude Boccia.