12.02.13 - ORA SERVE TRASPARENZA - L' On Boccia ( Pd ) chiede a tutti l'assunzione di responsabilità
12.02.2013
"Fare continui appelli al buio ai lavoratori, senza uno straccio di piano industriale, come avviene da alcuni giorni attraverso i vertici della Casa della Divina Provvidenza, penso indipendentemente dall'accordo su chi andrà in pensione e a quali condizioni (66 mesi di attesa non è proprio un accompagnamento ma un racconto della pensione che verrà), sia l'epitaffio su una vicenda che non é solo aziendale e sociale, ma per Bisceglie, Foggia e Potenza, anche storico-culturale". "Va bene, con il ricatto classico occupazionale, si chiede ad alcuni di decidere sulle sorti di altri. Mi si dirà, succede in ogni crisi. Si, è vero. Ma in ogni crisi, si sa dove si sta andando. In questa no. In questa c'é solo il tentativo di sopravvivere a se stessi. Per questo mi sono sempre rifiutato di prendere in considerazione opzioni alternative all'amministrazione straordinaria". "I sindacati hanno il dovere di fare come sempre, quello che ritengono, sulla base delle informazioni disponibili. Allo Stato il compito di rendere quelle informazioni trasparenti e realmente disponibili". "Per questo penso che, indipendentemente dall'accordo di oggi, sarà necessaria un'assunzione di responsabilità della politica e delle Istituzioni. Davvero si puó pensare che senza piano Industriale, un'azienda senza informazioni certificate sui bilanci, che fattura poco meno di 70 milioni l'anno e con oltre 400 di debiti, possa rialzarsi da sola se non imboccando scorciatoie pericolose sul piano gestionale". "La richiesta di istanza di fallimento della procura di Trani, le conseguenti responsabilità della sezione fallimentare nella valutazione delle informazioni, il ruolo della prefettura e del ministero del lavoro, la posizione chiara della Regione Puglia, impongono alla Politica tutta di pretendere trasparenza. Qui non é in gioco l'ammissione o meno al concordato di un piano più o meno credibile (che ancora non c'é, ma intanto si chiede ai lavoratori di mettere sul tavolo il loro contributo), qui é in gioco la storia di 90 anni e l'equilibrio sociale ed economico di alcune città. E tra queste Bisceglie é quella più colpita e con i maggiori rischi in caso di default". "Comunque vada l'accordo sindacale, il giorno dopo, la discriminante sarà tra chi crede nello Stato e chi nell'ennesima scorciatoia che stavolta ci farà finire in una strada senza uscita". "Anche se spesso ho la sensazione che a difendere i pazienti e i lavoratori in una fase cosí drammatica, visti i tanti silenzi, siano rimasti davvero in pochi. Non l'ho mai nascosto e lo ribadisco senza tentennamenti: per le dimensioni debitorie, si salva la storia di Don Pasquale Uva e l'economia sanitaria circostante, solo con un massiccio intervento dello Stato. Dall'amminstrazione straordinaria, all'acquisizione a patrimonio pubblico di quel che resta di un'azienda da anni in ginocchio".