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28.01.13 - MPS, SCONTRO TREMONTI - BOCCIA. L'EX MINISTRO : " MPOSSIBILE CHE PD FOSSE ESTRANEO ". IL DEMOCRATICO : " NOI TUTTO DOCUMENTATO, VOI NO " ( da Huffington post del 28.01.2013 )

29.01.2013
Ore 15, domani, davanti alle Commissioni Bilancio e Finanze. Vittorio Grilli, uscente ministro dell'Economia, già direttore generale del Tesoro anche nell'ultimo Governo Berlusconi, riferirà sullo scandalo Mps. E dopo giorni di battaglia, con il Pd sotto attacco del centrodestra, e pure tirato in ballo da Mario Monti, il confronto sarà ravvicinato. E certamente serrato. Un anticipo della discussione, con accuse reciproche e ribadita difesa, lo hanno dato oggi Giulio Tremonti, ex ministro dell'Economia, e Francesco Boccia, candidato Pd e coordinatore delle Commissioni economiche. Un botta e risposta in cui Tremonti ricorda a Boccia il suo incarico al Dipartimento economico di Palazzo Chigi proprio negli anni della scalata di Antoveneta - impossibile, per il Professore che uscito dal Pdl guida la Lista lavoro e libertà, che il Pd fosse estraneo -, ma al quale il deputato Pd risponde con piccata cortesia: "Le mie battaglie contro quei derivati sono documentate anche a Chigi. Le sue No". Quali battaglie? Quelle su cui il Pd ha impostato la sua linea di difesa. E che passano tutte per l'oggetto dello scandalo nella vicenda Mps, ovvero i derivati, i titoli tossici di cui l'istituto senese si è imbottito per l'acquisto di Antonveneta. Boccia le ha ricordate, per tappe, sull'Unità di venerdì scorso: un'interpellanza urgente, nel 2009, dopo lo scandalo Lehman Brothers, per chiedere che le banche che avevano lucrato sul fallimento adottassero "iniziative normative per sanzionare gli istituti di credito che avevano venduto obbligazioni Lehman ad operatori non qualificati oltre gli importi previsti dalla legge". Emendamenti nell leggi di stabilità 2010 e 2011, respinti dal ministro Tremonti, "che avevano sempre lo scopo di vietare l’utilizzo di derivati sul modello di quelli del Mps". "Infine - ricorda Boccia - nel 2012 è toccato a Grilli – lo stesso che oggi vuole scaricare su Bankitalia – dire che i dati contestati dal Pd e utilizzati da Mps e, presumiamo, da altre banche, non andavano messi fuorilegge e nemmeno scoraggiati con una congrua tassazione come dimostra la bocciatura dei nostri emendamenti nell’ultima legge di Stabilità. Purtroppo ottenemmo solo di sconfiggere il governo su un ordine del giorno. Durante il governo Berlusconi abbiamo agito per un uso più razionale degli strumenti derivati che ne eliminasse concretamente l’essenza speculativa. Poi, quando nel marzo 2012 è emerso che il Tesoro ha dovuto regolare con Morgan Stanley posizioni pregresse su derivati negoziati in mercati non regolamentati con perdite dell’ordine di 3 miliardi di dollari, per operazioni volte ad allungare la scadenza media e ridurre l’onere immediato di servizio degli interessi, siamo intervenuti con una nuova interpellanza" per chiedere una restrizione sull'uso dei derivati e l'istituzione di un'agenzia di rating europea. Il giorno dopo, da Siena, Pierluigi Bersani, minaccia chi insinui che il Pd sia invischiato nello scandalo: "Li sbraniamo". Di certo domani l'obiettivo domani, dice Boccia, "è inchiodare Pdl, Lega alle loro responsabilità. E anche Monti". Perché sconfitto sul fronte dei derivati il Pd "è andato alla carica sulla Tobin tax, cu cui avevamo proposto un punto base dello 0.01% su tutte le transazioni che partono da derivati. C'è stata un'insurrezione di Abi, e al Senato poi è stata modificata. Grilli deve raccontarci un'altra verità". Ma c'è un altro fronte, quello che invece rischia di inchiodare il Pd al di là della battaglia sui derivati. Ed è quello su cui domani Pdl Lega Tremonti, e forse anche Grilli, batteranno: la gestione di Mps, sopratutto il rapporto tra Fondazione e Istituto, ancor di più presenza decisionale del territorio, e dunque del Pdl locale, nella stessa. "Ma su questo non faremo sconti a nessuno, anche perché Bersani non ha nessuno da difendere. Se l'indagine accerterà degli errori, chi ha sbagliato pagherà", assicura Boccia. Ma politicamente la frattura, da sempre incolmabile con il Pdl, è consumata anche con Monti, e il caso Mps mette forse la pietra tombale su un eventuale accordo posto voto: "Lasciamo stare la grande coalizione, per l'amor di Dio", dice perentorio Pier Luigi Bersani.

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