La Tobin Tax un obiettivo di civiltà? Beh, sì, come dare torto a Nichi Vendola. Sulle pagine del suo blog elettorale lo si legge a chiare lettere e davanti un proclama del genere non possiamo che concordare. A maggior ragione – se a qualcuno fosse sfuggito – visto che si tratta della stessa battaglia che il Partito Democratico porta avanti dall’inizio di questa legislatura. Per chiarezza d’informazione, però, e per evitare di fare un minestrone di nozioni e mandare in confusione lettori ed elettori, è giusto fare una precisazione: la Tobin Tax non è la tassazione delle rendite finanziarie, come è stato erroneamente scritto dal leader di Sel sul blog, ma delle transazioni finanziarie. La prima – per dovere di cronaca – esiste già. Ed esiste proprio grazie alle battaglie che il PD ha condotto contro Tremonti: le imposte sulle rendite sono, infatti, passate dal 12,5% al 20%, come nei principali Paesi europei. E dirò di più, per noi non è ancora abbastanza perché vanno ulteriormente aumentate oltre una certa soglia che non deve toccare però i piccoli risparmiatori. La seconda, la tassazione delle transazioni finanziarie, da tre anni è oggetto di una nostra battaglia in Parlamento, dove è depositata, tra l’altro, la proposta Bersani. Più e più volte la Tobin tax è stata oggetto di discussione, non solo in Aula ma anche fuori e dentro il PD, e non abbiamo mai fatto mistero (e i post sull’argomento scritti proprio su questo blog ne possono dare un’idea) di quanto consideriamo questa una misura necessaria e prioritaria, proprio perché consentirebbe di redistribuire ricchezza, uno degli obiettivi principali per tutto il Partito Democratico. Ora, una volta fatte le dovute precisazioni, ci aspettiamo che Nichi Vendola sostenga la Tobin tax perché diventi patrimonio comune. Apprezziamo il fatto che anche il leader di Sel oggi se ne ricordi e ci auguriamo che, da qui in avanti, sostenga anche lui quella battaglia che il Partito Democratico sta portando avanti da tempo. Com’è noto questi sono giorni cruciali, l’Ecofin si riunirà a breve e sul tavolo delle decisioni ci sarà anche il nodo Tobin tax. Francia e Germania si sono – finalmente – mostrati favorevoli, a differenza del governo italiano che continua a prendere tempo. Noi, da parte nostra, abbiamo già chiesto pubblicamente al presidente Monti di prendere posizione e far diventare l’Italia il terzo grande Paese europeo a chiedere la tassa sulle transazioni finanziarie. Adesso ci aspettiamo che il governo esca da questo impasse, e sostituisca a questo clima di incertezza una decisione definitiva sulla Tobin tax. Perché il quadro mi pare abbastanza chiaro: la chiedono i cittadini (e le firme raccolte qui su l’Unità lo ribadiscono), la vogliono le forze politiche presenti dentro e fuori il Parlamento e la vogliono i principali Paesi europei. Il tempo dei tentennamenti, quindi, credo si possa ormai considerare scaduto.