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15.09.12 - Sulle vendite allo scoperto Consob troppo prudente. La politica imponga divieti europei permanenti e sanzioni ( dal Blog dell'Unità la sottile linea rossa del 15.09.2012 )

15.09.2012
E rieccoci qua, se non proprio punto e a capo, poco ci manca. Come se l’attacco speculativo ai mercati degli ultimi mesi fosse già stato dimenticato. Andando a ritroso negli ultimi mesi: prima la Consob vieta ‘temporaneamente’ le vendite allo scoperto su banche e assicurazioni, poi dà di nuovo il via libera, poi le rivieta per una settimana, poi ne proroga i termini. Adesso, la nuova decisione: lo stop continua ad essere valido per tutta una serie di casi ma non per altri. Viene meno, cioè, il divieto di vendite allo scoperto ‘coperte’ sui titoli bancari e assicurativi, cioè quelle che hanno alcune forme di garanzie, e conferma il divieto di vendita a tempo indeterminato per i titoli completamente scoperti. Con plauso e ringraziamento della finanza speculativa, aggiungerei. La notizia, a dire il vero, lascia un po’ perplessi. Perché non si può pensare di porre un divieto in un momento in cui l’incertezza dei mercati la fa padrone e modificare le regole in corsa non appena gli stessi mercati si mostrano leggermente più calmi. Perché non è così che si argina la speculazione. Anzi, è proprio il contrario. Il rischio, in questi casi, rimane sempre dietro l’angolo. A voler essere precisi la Consob ha comunicato che ‘scade oggi (ieri) il provvedimento di divieto delle vendite allo scoperto – anche assistite dal prestito titoli (covered) – di titoli bancari e assicurativi adottato il 23 luglio 2012 e prorogato il 27 luglio 2012’. Resta comunque in vigore, a tempo indeterminato, il ‘divieto di effettuare vendite allo scoperto nude, cioè non assistite dalla disponibilità dei titoli al momento dell’ordine, indipendentemente dalla sede di negoziazione’. Leggendo queste parole risulta chiaro che la Consob ha preferito seguire una linea di prudenza, ma quello che noi abbiamo chiesto (anche dalle pagine di questo blog) e che continueremo a pretendere non cambia minimamente nella sostanza: un divieto permanente allo short selling, accompagnato da un divieto assoluto di vendita di derivati non regolamentati e l’introduzione di una standardizzazione dei contratti e dei prospetti informativi dei singoli paesi membri della Ue. È evidente che, a questo punto, la Consob non può più andare oltre e la palla dovrà, per forza di cose, passare ai Parlamenti che devono dettare i criteri alle autorità dei singoli Stati e all’Esma, l’organismo europeo, perché nel più breve tempo possibile, si dia più trasparenza ai mercati. Una volta per tutte – non ci stancheremo di ripeterlo – servono interventi seri, decisi e, soprattutto, definitivi. Non palliativi o regole temporanee, a singhiozzo, pronte ad essere modificate in corsa se i mercati ricominciano a traballare. Tutti gli strumenti finanziari speculativi devono essere messi al bando, il rischio – serissimo – che si corre è veder vanificati tutti gli sforzi e i sacrifici fatti finora.

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