23.08.12 - PRIMARIE PER TUTTI, " SCOSSA " NEL PD - BOCCIA : BALLE, GIA' DECISO UN ANNO FA ( da Gazzetta del Mezzogiorno del 23.08.2012 pagina 7 "
23.08.2012
Non poteva restare inascoltato l'aut lanciato ai parlamentari dai consiglieri regionali Pd Decaro e Amati sulla riforma elettorale ( se non si fa, primarie per tutti ). Ed é Francesco Boccia a replicare a muso duro a quello che ritiene un inutile ricatto arrivato dalla base pugliese, pronta perfino a disertare la campagna elettorale in caso di mancata riforma. E' una decisione già presa da un anno nell'assemblea nazionale del partito - dice piccato - forse Amati e Decaro non la frequentano molto essendo presi dalla gestione amministrativa pugliese. Piuttosto , attacca il responsalbile economico dei gruppi parlamentari, sarebbe il caso di dimostrare che il Pd seleziona la migliore classe dirigente evitando di candidare indagati e gente che ha problemi con la giustizia. Ogni riferimento alle vicende pugliesi, che hanno visto sedere sui banchi di via Capruzzi consiglieri nel mirino della Procura, non é puramente casuale. Forse non entrambi - dice Boccia - non hanno capito che il tempo dei professionisti della politica che ricattano il partito é finito. E trovo assolutamente fuori luogo e deplorevole il comportamento di chi dice " se non é così non facciamo campagna elettorale ". Sono atteggiamenti che non si ritrovano nemmeno nei bassifondi di Scampia. Parliamo, scandisce Boccia, di un'eventualità praticamente inesistente, visto che é certa la modifica della legge elettorale e lo é proprio grazie alla battaglia del Pd. Piuttosto Amati e Decaro si rassegnino al fatto che il Pd nel quale ognuno si sveglia la mattina e fa quello che vuole non c'é più. L'anarchia dei tempi andati non é più ammessa e ricordo - sottolinea Boccia - che in Puglia ne abbiamo avuta tanta, visto che gli svariati tentativi di ricompattare il partito non sono serviti a granché. Divisioni o meno é l'atteggiamento ricattatorio che non va giù al deputato pugliese. Il Pd non é un autobus , si servono le istituzioni e non ci si serve del Pd per fare un mestiere. La loro é ben più grave di una caduta di stile e se vogliono fare battaglie interne é bene farle nelle sedi opportune. Potevano schierarsi come i tanti che sostenevano la bontà delle preferenze, mentre - spiega Boccia - appare probabile che si vada sui collegi. Io la mia battaglia civile l'ho fatta, sono finito in minoranza ma continuo a lavorare per il bene del partito come é giusto che sia. D'altra parte, se per malaugurata ipotesi di ogni mediazione con gli altri partiti dovesse saltare, Bersani lo ha detto da tempo con chiarezza che il Pd sceglierà primarie a tutti i livelli. E se sull'altare dell'accordo con altre forze dovesse supntare la quota di listino bloccato su modello del Mattarellum - aggiunge Boccia - chi vi farà parte , per quanto riguarda il Pd, dovrà comunque sottoporsi a primarie. Infine l'affondo: Mi dispiace che due giovani compagni di partito, che dovrebbero avere a cuore l'ossessione di migliorare la classe dirigente, abbiano dimenticato nel loro appello rivolto al ricambio di dire con chiarezza che chi ha problemi con la giustizia non può essere candidato. Toni più pacati da Enzo Lavarra, presidente del forum politiche agricole del partito. La presa di posizione di Amati e De Caro conferma la necessità di ridare legittimazione democratica alla funzione rappresentativa di riannodare i legami fra rappresentaza parlamentare e trritorio e corpi intermedi, che il " Porcellum " ha spezzato. Credo che il passaggio delle primarie- dice - sia necessario anche nel caso di nuova legge elettorale, per esempio per designare le candidature nella eventualità dei collegi e per sottoporre a gradimento del territorio le indicazione dei livelli centrali per la quota riservata a eventuali " listini " . L'organizzare primarie per le candidature , però , non basta. Delegare tutto agli eletti o alle funzioni monocratiche una volta ogni cinque anni , sia pure con le primarie, pota - secondo Lavarra - a disperdere se non a disertificare, come avviene spesso nel Barese, il patrimonio di passione , di capacità programmatica, di rappresentanza che vive nei circoli o in grandi organizzazioni sociali. Quello che manca e che occorre ricostruire, spiega, sono i luoghi collettivi di analisi, proposta e decisione per consentire a iscritti, elettori ed eletti di affrontare in modo partecipato grandi temi dei territori.