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24.07.12 - Ue silente. Grilli, Vegas e Mussari fiduciosi, noi NO. Linea PD unica strada contro gli speculatori ( dal Blog dell' Unità - La sottile linea rossa del 24.07.2012 )

24.07.2012
Poche semplici regole per bloccare gli speculatori. Le abbiamo chieste in tempi non sospetti, le abbiamo pretese e ottenute – anche se in maniera circoscritta – lo scorso novembre, durante la precedente bufera finanziaria (dopo averle chieste, invano, per 3 anni a Tremonti), ma sull’argomento ‘speculazione’ dobbiamo continuare ad insistere e tenere alta la guardia. Perché servono decisioni nette e definitive, una volta per tutte. E, stavolta, pretendiamo di essere ascoltati. La scelta della Consob di reintrodurre il divieto di vendite scoperto, divieto che sarà in vigore per tutta la settimana, (sì, si parla proprio di ‘settimana’) non ci basta più. È una storia già vista che continua a ripetersi sempre uguale a se stessa. Ad intervalli regolari ma senza mai giungere ad una conclusione definitiva. Perché questo divieto si deve applicare solo per una periodo di tempo così limitato? E perché viene disposto soltanto nei momenti critici? E, ancora, perché Abi, esattamente com’era capitato nel novembre scorso, per bocca del presidente Mussari, ritrova la voce a sostegno della sospensione solo quando siamo sull’orlo del baratro? Il divieto di vendite allo scoperto – non ci stancheremo mai di ripeterlo – deve essere permanente e non limitato ad un arco temporale così ristretto. Così si fa semplicemente il gioco degli speculatori. Come si fa a non capire che qualsiasi manovra sull’economia reale (resa necessarie in Italia dopo anni di politiche miopi e sempre di brevissimo termine) può essere vanificata dal permanente utilizzo di strumenti finanziari speculativi? Tutto questo rappresenta o una debolezza negoziale della politica o una chiara collusione. Noi da anni ci battiamo in Parlamento per mettere in controluce queste responsabilità e, soprattutto, per frenare quella che appare una vera e propria emorragia dei conti economici delle imprese e dello stesso bilancio del Paese. Conti economici che, ormai, non considerano più la finanza “ancella” dell’impresa, come definita da Adriano Olivetti, ma come “impresa parallela”. Nello specifico, la sospensione delle vendite allo scoperto, il divieto di Credit default swap senza titolo correlato da garantire e, più in generale, il divieto di derivati non regolamentati, sono state le battaglie che, dal fallimento della Lehman Brothers in poi, hanno caratterizzato la posizione del PD. Ma le reazioni dei nostri interlocutori non sono mai state concilianti. Dall’ex ministro Tremonti ci siamo sempre sentiti ripetere che non era la giusta soluzione perché avrebbe fatto crollare i mercati. E dagli “intellettuali del denaro” (categoria nel nostro Paese molto raffinata) mai una parola seria sul tema. Per non parlare, poi, dei silenzi delle autorità di controllo, delle agenzie di rating e della stessa Abi. Troppo facile riscoprire il tema degli strumenti di speculazione sempre (e solo) quando siamo sul bordo del precipizio. Per ripiombare, poi, ancora nel silenzio. Mai un banchiere che dica con forza: “Basta, noi ci opponiamo. Noi vogliamo trasparenza”. Oggi, dal momento che la situazione dei mercati è sempre più critica, pretendiamo dalla Consob qualcosa in più. Un divieto totale e permanente delle vendite allo scoperto e una posizione chiara contro i derivati non regolamentati. Non ci basta più sentirci dire aspettiamo l’Europa, che siamo in attesa dell’ennesimo regolamento comunitario. Vogliamo sentire la voce di Vegas e Grilli, ognuno in virtù delle proprie competenze, tacciare come fuorilegge tali strumenti. La speculazione che è in atto in queste ore va bloccata e battersi seriamente, e non solo a parole, (tema, per altro, già trattato su questo blog) è diventata una necessità essenziale. Perché il rischio è sempre più serio. Proprio come quando si ha di fronte un killer (cioè quello che questi strumenti speculativi rappresentano per gli Stati) non si può temporeggiare ma si reagisce a muso duro. Con tutta la forza che si ha. Ma com’è possibile non capire che tutti i sacrifici che stiamo facendo rischiano di essere vanificati se non sono accompagnati da misure durissime sui mercati? Così, mentre l’Europa, che dovrebbe prendere decisioni immediate a riguardo, continua a prendere tempo e a tentennare su tutte quelle misure che, invece, non sono più rinviabili (come scudo anti spread, unione fiscale e bancaria) gli speculatori continuano a speculare e i mercati, se l’UE non decide di invertire la rotta nel più breve tempo possibile, rischiano il collasso. Quindi, piuttosto, che ritrovarci fra due o tre mesi a parlare di crac, di rischio fallimento e di ‘punti di non ritorno’, si prenda in considerazione, e stavolta seriamente, la proposta del PD di un divieto permanente di tutti questi strumenti finanziari e mettiamo all’angolo la speculazione, una volta e per tutte.

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