05.07.12 - Chi ha paura delle preferenze? Cambiamo il porcellum e cambiamolo adesso ( dal Blog dell' Unità - La sottile linea rossa del 05.07.2012 )
05.07.2012
È il tema dei temi, considerato urgente e necessario da tutto il Parlamento (più che altro nelle esternazioni su stampa, rete e tv) ma, poi, una volta per un motivo, una volta per un intoppo, unaltra volta per un mancato accordo, viene accantonato e rinviato a data da destinarsi. Lattuale legge elettorale, criticata dai più e apprezzata da chi, col porcellum, ha trovato il modo di selezionare la classe dirigente, aggirando il giudizio del corpo elettorale sui singoli deputati. Che ci sia, forse, qualcuno che preferisce mantenere lo status quo? È questa la domanda che mi sono posto e che voglio condividere su questo blog. Cè, forse, qualcuno che ha paura delle preferenze? Cè qualcuno che vuole arrivare ad aprile con il porcellum? Voglio dirlo con chiarezza: siamo in tanti a essere contrari e, di certo, non lo consentiremo. Pdl e Lega sono i partiti che hanno prodotto questa vergogna storica, lì il tasso di credibilità è molto basso, se non inesistente. Nonostante questo, però, ci sono tanti che, in buona fede, si battono per colmare il deficit di credibilità della loro classe politica. Chiedo a loro, quindi, di esporsi e dirlo con chiarezza. Ma questa è una richiesta che faccio anche al mio partito. Non è ammissibile, infatti, che qualcuno nel Pd possa pensare di trattare con il Pdl o il Terzo Polo per cambiare la legge elettorale, ritenendo le preferenze un problema. Le preferenze sono per un elettore la massima espressione della libertà di scelta. Una cosa è discutere di modello elettorale legato ai diversi vincoli di coalizione (uninominale sì o no, doppio turno o proporzionale) ed è comprensibile il confronto, unaltra cosa è la scelta dei deputati. Devessere chiaro che, se non ci dovesse essere un accordo su un modello elettorale condiviso tra le forze politiche, lunica strada seria è quella di modificare il porcellum inserendo le preferenze multiple (uomo donna, per intenderci). Questa chiarezza mi auguro diventi patrimonio condiviso di tutto il Pd. Percepisco spesso timidezze e silenzi che non mi convincono e, allora, lo dico chiaro e tondo: se non dovesse esserci un accordo entro luglio (così come paventato dai segretari delle forze politiche) ci saranno iniziative parlamentari anche fuori dai confini tradizionali. Il nostro impegno davanti agli italiani per cambiare questa legge elettorale è totale e vogliamo andare al voto, in primavera, alla naturale scadenza di questa legislatura, riconsegnando ai cittadini la possibilità e la prerogativa di scegliere e di esprimere la preferenza su chi deve rappresentarli in Parlamento. E su questo non abbiamo alcun dubbio, è un argomento su cui non abbiamo nessuna intenzione di indietreggiare, anzi. Cambiamo il porcellum e cambiamolo adesso. Nessuno ed è un monito, ripeto, che lancio al mio stesso partito - può permettersi, senza prima aver sostenuto un confronto politico in direzione o in assemblea nazionale, di farsi portavoce di un no alle preferenze senza prima aver consultato la base. Deve essere chiaro a tutti che un Parlamento di nominati non sarà più tollerabile. Questa legge elettorale va archiviata in tempi brevissimi, deve essere la priorità assoluta. Perché la posta in palio stavolta è alta, perché ne va della sopravvivenza e della credibilità della politica. Non tanto dei politici (perché chi, in questi anni, ha ricoperto il suo ruolo con serietà e dedizione non dovrebbe temere il giudizio degli elettori, anzi ne trarrebbe una maggiore legittimazione) ma della politica in senso lato. Una politica che, ultimamente, sta facendo una fatica immane a rimanere a galla, soprattutto nei giudizi dellopinione pubblica. E di chi è la colpa di tutto questo? Di chi la rappresenta, ovviamente. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che le preferenze, al sud in particolare, potrebbero generare voto di scambio. Bene, a questo punto, chi è a conoscenza di queste pratiche, anziché utilizzare questo argomento come alibi, denunci queste pratiche alla magistratura. In un partito serio questa gente viene allontanata, altro che candidata. Il Partito Democratico lo voglio ribadire anche in questa sede ha preso un impegno solenne con gli elettori per cambiare il porcellum, per arrivare ad una soluzione che restituisca agli italiani la possibilità di scelta, espressione massima della democrazia. Perché votare nel 2013 con lattuale sistema elettorale sarebbe un suicidio. Il suicidio dellintera politica italiana. Quindi, se cè qualcuno che ha paura delle preferenze, mi dispiace, ma dovrà trovare il modo di esorcizzarla. ( dal Blog dell' Unità - La sottile linea rossa del 05.07.2012 )