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25.06.12 - Derivati fuori legge, il cucchiaio di Pirlo per il prossimo consiglio UE ( dal Blog dell' Unità - La sottile linea rossa - del 25.06.2012 )

25.06.2012
E se il ‘cucchiaio di Pirlo’ – tema tanto caro a noi italiani, oggi prontamente richiamato anche dal segretario Bersani - per il consiglio europeo di giovedì prossimo fossero proprio i derivati fuori legge? I presupposti, stavolta, sembrerebbero esserci. Finalmente, infatti, è proprio il caso di dirlo, la scorsa settimana è arrivata la risposta del governo alla nostra interpellanza in materia di derivati. Finalmente, per la prima volta, il governo è entrato nel merito di una questione complessa come la regolamentazione dei mercati finanziari, rimuovendo quel velo di omertà che, negli ultimi anni, con il governo Berlusconi, e con l’ex ministro Tremonti in particolare, aveva solamente fatto sottovalutare la portata del fenomeno. Finalmente, dalle parole del governo, si fa più concreta la possibilità di avere un’agenzia di rating europea, una restrizione nell’utilizzo dei derivati e una maggiore trasparenza nei lavori, anche a livello comunitario. Come abbiamo detto già altre volte, i tempi sono sempre più stringenti, occorre fare presto e occorre dare una sveglia all’Europa. “Entro il prossimo anno entrerà in vigore il regolamento comunitario sui derivati, micidiali strumenti finanziari totalmente privi di garanzie per chi li acquista, finalizzato a rendere più trasparenti le transazioni” ha detto il sottosegretario Polillo, rispondendo alla nostra interpellanza. Bene, adesso, però, aspettiamo i fatti. Perché – deve essere chiaro – tutto quello che sta accadendo nei mercati finanziari si può arginare soltanto con quelle stesse regole ferree e restrittive che la comunità internazionale stenta a darsi e che noi, invece, pretendiamo a tutti i costi. Come ripetiamo dall’inizio della legislatura, senza mai essere stati presi sul serio, anche a causa dei limitati voti in Parlamento, dato che sul tema – com’é noto – siamo sempre stati minoranza. Il rischio che fallisca qualche Stato, stando così le cose, si fa sempre più concreto. Ed è un rischio che, ovviamente, non ci si può permettere. Perché questa, è inutile nascondersi, è la strada che stiamo percorrendo. E i dati diffusi dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, nonché il monito lanciato sulla stampa proprio questa mattina, non fa altro che confermare le nostre preoccupazioni. Oggi, il poter affermare un sonoro “ve l’avevamo detto” non ci rincuora né ci soddisfa, fa soltanto aumentare le nostre recriminazioni. Perché le contestazione che la Bri fa sono le stesse che ripetiamo da tempo: 650 mila miliardi di dollari di derivati, pari a nove volte e mezzo il Pil mondiale, sono la prova lampante del fallimento della politica di regolazione dei mercati finanziari. Che falliscano alcune banche allora! E non di certo gli Stati. Lo ribadiamo ancora una volta ed è opportuno che lo si capisca anche al consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Stando alle parole del governo, i primi segnali di apertura sul tema sembrano arrivare. Abbiamo appreso che il ministero dell’Economia partecipa all’attività di supporto agli organi europei per la definizione e/o la revisione dei testi regolamentari comunitari che disciplinano l’attività dei derivati e quella delle agenzie di rating. E tra qualche mese, al termine dell’esame di questo processo di negoziazione (CRA3) il settore delle agenzie di rating dovrebbe essere soggetto a un regime regolamentare e di vigilanza ancora più stringente. È un passo avanti certo, ma che non può bastare. Preso atto delle risposte ricevute giovedì, infatti, chiediamo al governo Monti un qualcosa in più. Un atto di coraggio anche in sede europea. Gli chiediamo di farsi portavoce del divieto assoluto di offrire protezione a uno Stato Sovrano se non si è in grado di proteggere neanche se stessi – vedi molte banche d’affari -, della standardizzazione dei contratti e del monitoraggio obbligatorio. Dopo i nostri reiterati allarmi in materia di derivati – mai raccolti dal governo precedente – siamo finalmente riusciti a portare il dibattito in Parlamento e confrontarci su una tematica tanto delicata. Il lavoro del Partito democratico non si fermerà qui ma proseguirà nella sua battaglia, continueremo a spingere perché vengano messi fuori legge tutti i derivati senza sottostante e perché si stabiliscano regole severissime nei confronti degli speculatori. Il Pd, nella mozione che darà il mandato a Monti per il consiglio europeo, al voto mercoledì sera, inserirà il vincolo dell’intervento sui derivati quale vincolo stringente. Parlare di economia reale, debiti sovrani e sacrifici delle comunità, senza prima estirpare il vero cancro del sistema finanziario, rischia di apparire come l’ennesimo tentativo velleitario di una politica europea alla disperata ricerca di credibilità. ( dal Blog dell'Unità - La sottile linea rossa del 25.06.2012 )

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