08.06.12 - La giustizia non ha colore. Gli inquisiti (tutti) fuori dalle istituzioni ( dal Blog La sottile linea rossa del 08.06.2012 )
08.06.2012
Non è non deve essere questione di casacche di partito. E dunque basta doppie morali, riserve protette, giochi delle parti. Chi ha sbagliato, chi è indagato, chi ha dei processi in corso deve fare un passo indietro. Su questo dobbiamo essere chiari. Senza lasciarsi rapire dal vortice dei se o dei ma. Chi ha conti in sospeso con la giustizia deve stare lontano da quelle istituzioni che dice di voler servire. A guardare la stretta attualità però, poi i fatti sono diversi. La storia si è ripetuta, ancora una volta, lAula del Senato ha salvato Sergio De Gregorio. Dopo aver salvato (in questa o in altre sedi) tutti i vari deputati, senatori e consiglieri regionali. Ormai non si tratta più di questioni politiche, non ci si può nascondere dietro a presunti complotti o ipotesi quanto mai campati in aria di scambi, come oggi qualcuno ha ipotizzato. È una questione di rispetto per le istituzioni, le stesse che stiamo rappresentando. Abbiamo il dovere di far capire, a chi fa orecchie da mercante, che la difesa delle istituzioni e dellautonomia dei poteri dello Stato viene prima di ognuno di noi e dei destini personali. Dobbiamo fortemente prendere le distanze da chi è indagato e la linea del PD è, da sempre, e solo una: quella della legalità. Se un rappresentante delle istituzioni è indagato è (quasi) sempre per vicende afferenti la sfera dei comportamenti individuali. Per questo motivo le istituzioni che rappresenta o il partito che gli ha permesso di ricoprire quel ruolo non possono essere trascinati in processi penali che snaturano il loro stesso essere. Questo deve essere fuori da ogni dubbio. E la linea del PD è inflessibile. Tutti, indistintamente, devono mettersi nelle mani della magistratura, e difendersi dalle accuse che gli vengono mosse nelle sedi competenti, come chiunque altro. Autorizzare la richiesta darresto non è una conferma delle accuse ma un modo per consentire la difesa direttamente con i magistrati e non contro i magistrati. Perché, poi, alla fine ci sarà sempre un altro giudice chiamato a giudicare loperato stesso dei magistrati. I cittadini vogliono istituzioni credibili, per continuare a credere nello Stato e nella giustizia. Tutti coloro che in Senato, hanno salvato De Gregorio fregandosene della legge, del Paese e degli italiani non sono in alcun modo giustificabili. Anche stavolta PDL e Lega (nonostante il tentativo di De Gregorio di alimentare sospetti e gettare tutti nel calderone) hanno grosse responsabilità e dovranno assumersene tutte le conseguenze, rispondendone, in prima persona, direttamente agli elettori. ( dal Bolg dell' Unità - La sottile linea rossa del 08.06.2012 )