24.05.12 - Derivati: ultimo appello. Meglio che a fallire siano alcune banche (americane) che qualche Stato ( dal blog dell' Unità - LA SOTTILE LINEA ROSSA del 24.05.2012 )
24.05.2012
La trasparenza è il primo antidoto contro la speculazione. Lo ripetiamo ininterrottamente dal 2008. E dal crac della Lehman Brothers chiediamo di mettere fuori legge i derivati, vale a dire tutti quei titoli non monitorati e con contratti non standardizzati che infestano i mercati. Oggi questo monito ha il sapore dellultimo appello. La verità infatti è che il sistema finanziario mondiale, così comè, rischia sul serio il crac. E la perdita per oltre 2 miliardi di dollari dichiarata nei giorni scorsi dalla JP Morgan, la più grande banca americana in termini di attivo, dà lulteriore conferma della gravità della situazione. E allora ribadiamo ancora: i derivati sono strumenti letali che vanno assolutamente isolati, applicando restrizioni durissime. Per essere chiari, i segnali che i mercati e gli operatori finanziari continuano a lanciare in merito ai prodotti derivati, nati per le coperture dai rischi e divenuti poi mezzi di speculazione tra banche e Stati, sono straordinariamente preoccupanti. Secondo il rapporto della Banca dei Regolamenti Internazionali, lammontare di titoli tossici che girano nei mercati sarebbe di ben 650 mila miliardi di dollari. Sì, 650 mila miliardi di dollari, cifre difficili da quantificare ma che rischiano di far collassare tutto. Una cifra, per intenderci, pari a quasi 9 volte e mezzo il Pil mondiale. Che fare, quindi? Come agire per scongiurare il crac? Bloccare ogni processo sembrerebbe la soluzione più opportuna finché siamo ancora in tempo. Mettere al bando questi titoli tossici che rappresentano una bomba a orologeria senza precedenti. E portare avanti la battaglia per la sospensione, a livello mondiale, dei derivati fuori dal controllo delle banche centrali e degli organi di vigilanza. Siamo consapevoli che una scelta in tal senso potrebbe portare al fallimento di alcune banche (per lo più americane), ma crediamo anche che sia meglio far fallire alcune banche oggi piuttosto che mandare in rovina alcuni Stati tra qualche mese. Perché continuando su questa strada il rischio per gli Stati si fa molto serio. Le perdite registrate da JP Morgan hanno, infatti, reso la copertura assicurativa del rischio sovrano sempre più costosa. Hanno prima di tutto contribuito alla tensione sul mercato dei Credit Default Swap sui debiti sovrani e, secondo alcuni analisti, hanno indotto importanti operatori ad assumere un atteggiamento molto più cauto nel vendere protezione sovrana, con un conseguente aumento dei prezzi. Nello specifico, se il costo dellassicurazione sulla possibilità di default dei crediti sovrani cresce in relazione allaumento del rischio che si verifichi levento, è pur vero che i Credit Default Swap lanciano segnali sempre più allarmanti che generano, a loro volta, nuovo rischio. Ed ecco innescato un vero e proprio circolo speculativo, di cui fanno e faranno le spese gli Stati e, conseguentemente i cittadini. La regolamentazione del mercato dei rischi sovrani nel sistema bancario europeo appare quindi inadeguata ed è lì che, secondo noi, bisogna intervenire. Le attuali condizioni economico-finanziarie impongono solo scelte drastiche anche perché la nostra economia non sarebbe in grado di coprire eventuali perdite che dovessero venire fuori. Nei prossimi giorni presenteremo al governo uninterpellanza per chiedere di farci paladini, a livello comunitario, di restrizioni durissime per questi strumenti derivati, diventati ormai di pura speculazione. E, allo stesso tempo, chiederemo ladozione immediata di un regolamento, anche solo italiano, che disciplina tali strumenti, argomento sul quale da tre anni il Partito democratico non ottiene risposte. Il PD, infatti, aveva avanzato richieste in tal senso già al governo Berlusconi, sentendosi rispondere un reiterato e secco NO, salvo poi cambiare le carte in tavola anche con una certa sfrontatezza (uno su tutti, lex ministro Tremonti in tv da Fabio Fazio, il suo governo avrebbe dovuto vietare i derivati, micidiali strumenti finanziari, diceva). Oggi, vogliamo rilanciare questa battaglia e ribadire le nostre ragioni al premier Monti e ai suoi ministri: trasparenza, regole chiare e una seria disciplina per evitare ogni forma di speculazione. ( dal Blog dell' Unità - LA SOTTILE LINEA ROSSA del 24.05.2012