19.04.12 - BOCCIA : SI TASSI IL CONTANTE PER FAR EMERGERE IL NERO ( DA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 19.04.12 PAGINA 7 )
19.04.2012
Prof. Francesco Boccia (Pd), crede veramente che la proposta di tassare il denaro contante abbia una logica? «La mia proposta non punta tanto sulla tassazione, quanto a creare un sistema deterrente per far emergere il nero. Non si può dire che ci sono 150 miliardi di euro in nero e poi non fare nulla. In tutte le case degli italiani, quando arriva un idraulico, un elettricista, un geometra, chiaramente senza generalizzare, ci si trova dinanzi al dilemma con fattura o senza fattura. Non può più essere così. Senza parlare del nero che entra in banca frutto di attività criminali. I controlli ci sono tramite la Finanza e l'Agenzia delle entrate ma finora non ci sono stati grandi effetti, anche perchè non superano l'1,5%. Per ottenere la deducibilitá totale occorre avere la copertura finanziaria. Diverso è se il controllo è fatto dai cittadini, occorre creare un contrasto di interessi. Abbiamo proposto una tassazione alta sia sui prelievi che sui contanti, secondo noi con un tetto di 1000 euro». Se lo scopo è quello di combattere l'evasione, va rilevato che i livelli di tracciabilità nel corso del tempo si sono abbassati, ma l'evasione non è calata. È così? «La tracciabilità vera è in vigore da un anno. Nel 2007 la mise Padoa Schioppa ma Tremonti prima la tolse per poi reintrodurla, e poi Monti l'ha ribadita. In realtà è in vigore da alcuni mesi. La rintracciabilità offre risultati nel medio termine. Servono i controlli». E gli oneri bancari per carte di credito e simili? «Il sistema deve essere gratuito, senza questo aspetto la proposta non regge». Ma se le banche hanno fatto muro contro l'eliminazione delle commissioni bancarie, come può sperare che accettino l'idea di fornire servizi gratuitamente? «Occorre fare una battaglia culturale. Ricordo che con questo sistema entrerebbero nelle casse dello Stato 100 miliardi dal nero e illegalità. Ci sarà molta gente che pagherà le tasse e oggi non lo fa». Il malaffare, in tutte le sue manifestazioni, non usa il bancomat. Questa misura non finirebbe per creare in circuito parallelo del contante? «Ma non avrebbero più valore i soldi in contanti. Chi li ha cosa se ne fa? Se li dà ad altri, questi cosa se ne fa, se valgono di meno? È chiaro che tutto questo ha senso se si accompagna con sanzioni penali a chi non rispetta la legge. È un sistema estremo, ma l'Italia è in una condizione estrema. Ma le persone normali mica portano in tasca 5 o 6.000 euro». Non sarebbero danneggiati solo gli onesti? «Le persone oneste, cioè la stragrande maggioranza dei cittadini, userebbe la carta di credito senza problemi, a maggiore ragione se è senza commissioni. E a tutti coloro che pensano che la pressione fiscale sia altissima, ricordo che se non si fa una lotta assidua all'evasione fiscale, le tasse non calano». Il Paese dell'uso esclusivo delle carte di credito è lontano dalla realtá. Che diciamo agli anziani che per comprare un chilo di pane devono usare la carta di credito? «Il problema non è il chilo di pane, e poi si può discutere sul tetto. Non è che scompare la moneta. Certo se l'anziano va dall'avvocato o dal medico è suo interesse pagare con la carta di credito». Si può pensare alla riduzione del contante in un solo Paese? «Negli Usa l'uso della carte di credito è triplo rispetto all'Italia, in Francia e Inghilterra è il doppio. Ci sarà un motivo? Con chi vogliamo confrontarci, con la Tunisia? L'utilizzo del contante in Italia è un'anomalia italiana. Certo questo meccanismo e l'abolizione dei costi in banca devono andare insieme». Questa proposta sembra poco riformista e molto massimalista. Che dice? «Ci sono momenti della storia in cui servono iniziative massimalistiche e radicali per essere riformisti. Il caso del sommerso e del nero è la prova più evidente che questo approccio in alcuni casì è necessario». ( DA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 19.04.2012 PAGINA 7 )