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14.04.12 - Come vengono gestite le nostre riserve auree? Dal governo un dovere di massima trasparenza ( DAL BLOG DELL'UNITA' LA SOTTILE LINEA ROSSA DEL 14.04.2012 )

14.04.2012
Corsi e ricorsi storici? Sì, sembrerebbe di sì. Almeno questa è stata la prima sensazione che si è avuta dando un’occhiata al Bollettino diffuso lo scorso venerdì da Bankitalia: una storia che si ripete. Nodo della questione, questa volta, le riserve auree italiane. Il tema è stato spesso al centro di dibattiti, ci si è interrogati sulla loro appartenenza (dello Stato, nelle vesti della Banca d’Italia o del Ministero dell’Economia? del popolo italiano?), sull’opportunità di metterci mano, sulle modalità attraverso le quali farlo. Senza però giungere mai ad una conclusione. Perché se il dibattito sulla politica monetaria e sui ruoli legati alla vigilanza resta aperto, lo stesso non può dirsi sul tema delle riserve auree. E oggi, anche alla luce del contesto in cui viviamo, non possiamo più permetterci di avere ambiti sconosciuti. E questo vale tanto per le riserve quanto per la gestione del debito pubblico. Fermo restando che nessuno di noi ha intenzione di ledere l’autonomia di Bankitalia, è innegabile, però, che stiamo attraversando un momento straordinario, caratterizzato da cambiamenti irreversibili, che incidono anche sul ruolo delle banche centrali stesse sia rispetto ai Paesi d’appartenenza sia rispetto alla Bce. La questione de “l’oro di Stato” adesso sta tornando di stretta attualità. Le riserve auree del Paese, in totale circa 100 miliardi, che normalmente si mantengono su livelli stabili, nell’ultimo mese sono diminuite di quasi 6 miliardi. Riduzione preoccupante, quindi, visto soprattutto il periodo di crisi economico-finanziario che stiamo attraversando. Ma a cosa si deve questo improvviso calo? Così, di primo acchito, verrebbe da pensare che siano state vendute a qualche ‘compro-oro’, opzione ovviamente di sarcastica ilarità. Molto più verosimilmente è pensabile che siano state utilizzate come garanzia ai prestiti Bce. La Banca d’Italia ha tenuto a specificare che “il calo delle riserve auree di poco meno di 6 miliardi registrata nell’ultimo Bollettino Statistico è dovuto interamente alla variazione del prezzo dell’oro”. Bene, prendiamo atto del chiarimento ma la sostanza non cambia. Dato l’argomento così delicato, al governo chiediamo, in ogni caso, chiarezza. Se fosse confermata la nostra ipotesi o se queste riserve fossero utilizzate in altra maniera, per incentivare magari lo sviluppo dell’economia nazionale nessuno griderebbe allo scandalo. Quello che chiediamo al governo è, però, che si agisca in maniera chiara e trasparente. E lo abbiamo fatto presentando comunque un’interrogazione parlamentare per chiedere che le Camere siano informate sull’uso di questi fondi: vorremmo avere qualche chiarimento in più. Non solo se questi fondi sono stati utilizzati come garanzia collaterale dei prestiti che l’Italia ha ottenuto dalla Banca centrale europea ma anche quali sono le modalità di valutazione (valore di carico/mark to market) e se sono o meno coerenti. Perché sono decisioni, queste, che spetterebbero alle Camere. O, almeno, è quello il luogo in cui esaminare la questione. È il Parlamento, infatti, che dovrebbe essere tirato in ballo e assumersi la responsabilità di una scelta di simile portata (data anche l’eccezionalità del momento), discutendo, magari, il possibile utilizzo di una quota delle riserve auree per favorire interventi finalizzati esclusivamente alla crescita, come accadde negli anni ‘70. Corsi e ricorsi storici, appunto. Qualcosa di simile, infatti, avvenne nella primavera del 1976, con Aldo Moro al governo e Emilio Colombo ministro del Tesoro. Per far fronte a una crisi valutaria sempre più imponente si decise di ricorrere alle riserve auree (circa 540 tonnellate d’ oro) come garanzia al prestito di 2 miliardi di dollari concesso dalla Germania. Nulla di nuovo, quindi, né di poco lecito. Vogliamo però vederci chiaro e chiediamo all’esecutivo la massima trasparenza. Verso il Parlamento e verso i cittadini italiani. ( DAL BLOG DELL'UNITA' LA SOTTILE LINEA ROSSA DEL 14.04.2012 )

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