05.04.12 - PD-PDL VERSO UNA CORSIA RAPIDA IN AULA ( DAL SOLE 24 ORE DEL 05.04.2012 )
05.04.2012
Questa volta è davvero un accordo di maggioranza. L'intesa «sulla parola» siglata tra Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini sulla riforma del mercato del Lavoro rappresenta una svolta nel rapporto tra Pdl, Pd e Terzo Polo che da ieri hanno probabilmente cancellato l'aggettivo «strana», con cui Mario Monti aveva in passato descritto la sua maggioranza. La conferma arriverà nei prossimi giorni, quando il testo del ddl arriverà in Parlamento. L'obiettivo è di arrivare all'approvazione prima dell'estate. Un iter rapido, da decreto più che da ddl, sul quale i tre leader martedì sera si sono impegnati con il premier nonostante siano prossimi ad affrontare una campagna elettorale, quella delle amministrative, in cui si confronteranno ancora da avversari. Una svolta a cui hanno contribuito tutti e tre i protagonisti del vertice di Palazzo Giustiniani ma in modo particolare il segretario del Pdl. Angelino Alfano ha scelto di non mettersi di traverso difendendo il testo originario del provvedimento o chiedendo immediate contropartite. Ha deciso invece di sedersi al tavolo per trovare la soluzione, ha teso la mano a un Bersani in difficoltà, stretto com'era tra riformisti filo Monti e massimalisti pro Fiom, che «non ce la faceva parole di Alfano a non rimettere in mezzo i giudici su un pezzo dell'articolo 18». Un giudizio critico, mitigato in parte dalle modifiche sulla «flessibilità in entrata», ha spiegato l'ex Guardasigilli, che annuncia la contrarietà del Pdl all'aumento dell'Iva al 23% («il livello di tassazione è divenuto insopportabile»). Quel che conta, come si dice in questi casi, è però il dato politico, l'intesa. Bersani definisce le modifiche sull'articolo 18, il ritorno della possibilità del «reintegro» anche nella fattispecie dei licenziamenti economici, «un passo avanti importantissimo», che gli consente di marginalizzare quel che resta del dissenso interno. Adesso la parola passa al Parlamento. Nel Pdl il malcontento c'è e non ne fanno mistero. «Resta un'operazione squilibrata», commenta Giuliano Cazzola, vicepresidente della commissione Lavoro, secondo cui «il rischio» è che il mercato del lavoro «esca da questo riordino più rigido di prima». Lo stesso ripete Osvaldo Napoli, vicepresidente dei deputati Pdl, che raccoglie le critiche delle imprese giudicando il nuovo testo del provvedimento «appesantito dalla burocrazia». Alfano preferisce non entrare nei particolari. Tant'è che a Porta a porta, quando Vespa gli chiede lumi su a chi spetti l'onere di provare l'insussistenza dei motivi di licenziamento, il segretario del Pdl si trincera: «Non ne abbiamo discusso nello specifico». ( DAL SOLE 24 ORE DEL 05.04.2012 )