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04.04.12 - Bond greci: Europa tuteli i piccoli risparmiatori. Ha ancora senso la legislazione italiana sui mercati finanziari? ( DAL BLOG DELL'UNITA' LA SOTTILE LINEA ROSSA DEL 04.04.2012 )

04.04.2012
Piccoli risparmiatori, nella maggior parte dei casi digiuni della materia, che hanno affidato i risparmi di una vita a sedicenti guru (in miniatura) della finanza e che oggi potrebbero rimanere con un pugno di mosche in mano. È il caso delle decine di migliaia di cittadini che hanno deciso di investire in Bond greci. Si sono semplicemente fidati, rassicurati dall’appartenenza del Paese ellenico all’Eurozona e dal comportamento delle istituzioni comunitarie. Oggi si ritrovano coinvolti nello swap forzato della Grecia con il rischio, sempre più concreto, di perdere tutto il capitale investito. Andiamo con ordine. Gli accordi messi a punto dall’UE per salvare Atene dal collasso prevedevano uno scambio dei titoli greci in portafoglio agli investitori privati con obbligazioni a più lunga scadenza e interessi minori, tale da ridurre il debito di 107 miliardi di euro. L’operazione ha avuto esiti positivi: la Grecia ha evitato il default finanziario e il pericolo contagio in tutta Europa sembra arginato. Il tutto, però, con una postilla nient’affatto trascurabile: se di successo si può parlare, esso si deve anche al tasso di partecipazione volontaria dei privati: oltre il 90%. I piccoli risparmiatori italiani coinvolti sono stati decine di migliaia, per un investimento complessivo in Bond greci di circa 1 miliardo di euro. Avete capito bene: 1 miliardo di euro. Nel dettaglio, si tratta per la maggior parte di titoli regolati dal diritto greco, per altri è prevista la normativa inglese. C’è poi il nodo delle IT – titoli denominati col codice isin IT – che sono pienamente di diritto italiano e quotate alla borsa di Milano, come da regolamento depositato. La competenza è quindi, solo ed esclusivamente, dell’autorità giudiziaria di Milano, dal momento che la legge italiana non prevede l’applicazione delle clausole di azione collettiva. Sembrano tecnicismi, ma la questione è ben più semplice di quanto non appaia. Per intenderci: se gli investitori istituzionali (banche in primis!) hanno potuto usufruire di appositi vantaggi, come i prestiti della BCE all’1% o la possibilità di ricorrere al credit default swap per coprirsi dal rischio default, solo per fare degli esempi, lo stesso trattamento non è stato riservato ai piccoli risparmiatori, che si sono ritrovati forzatamente, da un giorno all’altro, investiti dalla situazione e vincolati a una determinazione che ha un effetto retroattivo sulla misura dei capitali da loro sottoscritti. Posta la questione in questi termini, è evidente che adesso spetta alla politica dare delle risposte immediate ai piccoli risparmiatori. Tutelarli è diventato un imperativo. In Parlamento abbiamo quindi presentato un’interpellanza al governo proprio per capire come l’esecutivo intenda muoversi e per chiedere al presidente Monti di affrontare il tema in vista del prossimo Consiglio europeo. Anche perché, particolare che non va sottovalutato, mentre i risparmiatori italiani che hanno sottoscritto bond greci sotto la nostra legislazione a Piazza Affari hanno subito una sospensione dei titoli, altrove, vedi la Svizzera, il bond continua a essere quotato. La questione, quindi, finisce per invadere campi ben più ampi. Più in generale, a ben vedere, la posta in palio non è soltanto la tutela dei risparmi di migliaia di cittadini – già di per sé una motivazione sufficiente per pretendere delle spiegazioni – ma la credibilità delle istituzioni italiane e la nostra sovranità legislativa. Non è ammissibile, infatti, che un qualsiasi Paese membro dell’Unione decida unilateralmente di non adempiere agli obblighi contrattuali garantiti da uno Stato e da una legge, in questo caso quella italiana. Vogliamo verificare se c’è stata un’informazione corretta da parte degli intermediari finanziari e se si prevede un apposito fondo di garanzia in favore dei piccoli risparmiatori per assicurare l’integrale rimborso in caso perdita di valore dell’investimento. Vogliamo, insomma, capire come l’Europa, dopo aver salvato i bilanci degli Stati, intende salvare i conti dei cittadini. Perché l’idea che sta montando tra i risparmiatori è quella di esser stati traditi dalle istituzioni comunitarie. Ed è il rischio che, più di ogni altro, dobbiamo evitare perché il nostro futuro, il rilancio del nostro Paese, non può in nessun caso prescindere dall’Europa e dal rafforzamento della sua dimensione politica. ( DAL BLOG DELL'UNITA' LA SOTTILE LINEA ROSSA DEL 04.04.2012 )

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