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01.04.12 - DIVINA PROVVIDENZA BASTA CON LE IPOCRISIE ( DA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO PAGINA LETTERE E COMMENTI DEL 01.04.2012 )

02.04.2012
Casa della divina provvidenza: una crisi aziendale di rilevanza nazionale gestita con spregiudicatezza gestionale e Politica. La proprietà cambi rotta e chieda il commissariamento. I politici che hanno avuto responsabilità gestionali dirette o indirette facciano un passo indietro. Siamo dinnanzi ad una crisi aziendale di rilevanza nazionale ( per l’entità del debito e per l’impatto sull’occupazione dell’intero territorio provinciale e regionale ) che continua ad essere “ gestita “ con un pericolosissimo provincialismo. Basta con le ipocrisie ! Dalla proprietà dell’ Ente Ecclesiastico e dal suo management, dall’ Amministrazione Comunale, Provinciale ed anche Regionale sinora non si è sentita neanche una mezza idea per uscire da questa situazione. La proprietà della Casa della Divina Provvidenza prenda consapevolezza che la gestione degli ultimi anni ha portato l’ Opera i Don Uva sull’orlo di un precipizio dal quale potrà sottrarsi solo con un sussulto di dignità che, tra qualche anno, ( mi auguro ) potremo chiamare “ miracolo “. Occorrono segnali concreti : 1 ) sostituzione immediata di tutto il management che, a vario titolo, ha concorso a generare lo stato di crisi ; 2 ) redazione di un analitico piano di salvataggio , ristrutturazione , riorganizzazione dell’ente ( i documenti prodotti vanno immediatamente cestinati ) ; 3 ) richiesta di intervento dello Stato ( nelle forme consentite dalla legge : amministrazione straordinaria e/ o affiancamento istituzionale con aiuto al salvataggio ). La politica locale la smetta con gli atteggiamenti demagogici e clientelari, prenda atto della propria incapacità di guidare l’ Opera di Don Uva fuori dalle secche e faccia un “ passo indietro “ , non illudendo cittadini e lavoratori con stupidi espedienti : le commissioni provinciali e comunali costituite paiono diventate sterili organismi ( che ottengono come risultato solo la capacità di manifestare una scontata solidarietà ) ; i troppi conflitti di interesse tra il management della Casa della Divina provvidenza ed alcuni amministratori provinciali e comunali contribuiscono a spuntare le “ armi “ della politica ; le preghiere d’aiuto indirizzate urbi et orbi e rivolte anche ad istituzioni che non hanno competenza alcuna in questa vertenza, paiono finalizzate più ad avere l’attenzione degli organi di informazione che a risolvere i problemi. E’ evidente che i dirigenti politici che hanno avuto pesanti responsabilità di co-gestione delle strategie aziendali di questi anni della Casa della Divina Provvidenza , dovrebbero per rispetto verso migliaia di lavoratori , avere almeno la sensibilità di non nascondere le verità che si celano dietro un macroscopico debito cresciuto a dismisura e stimato ( mai fino in fondo accertato da organi competenti ) per oltre 500 milioni di Euro. Ho ritenuto opportuno evidenziare al Ministero del lavoro, in vista dell’ incontro di lunedì 2 Aprile p.v. che la cassa integrazione , quale anticamera del licenziamento, va scongiurata e che vanno prima ascoltate le ragioni dei lavoratori e delle loro rappresentanze ( anche aziendali ) . Vanno chiarite le responsabilità aziendali e va soprattutto sollecitato un nuovo e serio piano d’impresa. Questo è il momento dell’unità assoluta con le forze sindacali ma al tempo stesso il momento della trasparenza. Trasparenza che a mio avviso passa attraverso la richiesta di “ commissariamento “ attraverso le forme previste dalla legge di un ente la cui credibilità gestionale è francamente inesistente. In queste ore ho personalmente contattato i vertici regionali di Puglia e Basilicata chiedendo una presenza diretta nella gestione della crisi che non può avvenire con inutili tavoli o commissioni senza poteri ma con un’assunzione diretta di responsabilità politica.

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