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15.03.12 - DA AFFARITALIANI DEL 15.03.2012 - Boccia (Pd) ad Affaritaliani.it: “Emiliano? Facciamo lavorare i magistrati"

15.03.2012
"Ho rapporti con tutti gli imprenditori baresi visto che mi occupo di economia e finanza. Penso che un uomo politico pulito e rigoroso debba avere rapporti sia coi lavoratori, sia con gli imprenditori. Altra cosa è fare politica grazie a un imprenditore e farsi dare la linea politica dall'imprenditore: un male endemico del mezzogiorno ma non penso riguardi questa vicenda". Francesco Boccia, deputato pugliese del Pd e coordinatore delle Commissioni economiche dei democratici alla Camera, intervistato da Affaritaliani.it, conferma di conoscere l'imprenditore Vito Degennaro al centro al centro dell'inchiesta sullo scandalo degli appalti truccati a Bari. Emiliano? "Lasciamo lavorare la magistratura: non ho mai giudicato una persona per le intercettazioni in cui tizi parla di caio". E su Gerardo Degennaro dice: “Non deve essere espulso dal Pd” Che cosa ne pensa di questa nuova tangentopoli barese? "Per definirla tangentopoli aspetterei di ascoltare i magistrati e i giudici. E' opportuno e necessario avere fiducia nella magistratura e aspettare. Come sempre, per quanto mi riguarda, mettersi nelle mani della magistratura è la cosa più saggia". Dalle intercettazioni emerge che Emiliano ha ricevuto un regalo di Natale dalla famiglia Degennaro a base di ostriche e champagne e che il sindaco chiese un'assunzione di un persona nel suo cantiere di Bitonto... "Non ho mai giudicato una persona per le intercettazioni in cui tizio parla di caio. Emiliano possono giudicarlo i magistrati per gli eventuali fatti contestati e banalmente gli elettori per come amministra Bari. Questa vicenda, come tutte quelle che riguardano la gestione della cosa pubblica nel Mezzogiorno, va affrontata per quella che è" Ovvero? "E' una vicenda che mette in evidenza il rapporto tra politica e imprese. Il confine è molto labile e penso che in molti abbiano rapporti fisiologici col mondo delle imprese e tocca ai magistrati stabilire quali sono i reati e quali no. In una fase come questa mi atterrei esclusivamente alle cose che dicono i magistrati. Altrimenti diventa un altro capitolo utile per fare gossip. A Emiliano sindaco la gente di Bari chiede di risolvere i problemi. A lui poi spetta il compito di giustificarsi rispetto a tutto quello che accade". Si dice che l'imprenditore Vito Degennaro avesse una forza influente sulla Margherita. Lei lo conosceva? "Sì. Ma io ho rapporti con tutti gli imprenditori baresi visto che mi occupo di economia e finanza. Penso che un uomo politico pulito e rigoroso debba avere rapporti coi lavoratori e con gli imprenditori e che il crinale sia esattamente quello che distingue le persone oneste e pulite da quelli che non lo sono. Rivendico il fatto che chi fa politica debba fare questo, altra cosa è far politica grazie a un imprenditore e farsi dare la linea politica dall'imprenditore che è un male endemico del mezzogiorno ma non penso riguardi questa vicenda barese che mi pare di capire sia tutta legata alla gestione di alcune vicende ammnistrative nelle quali vengono tirati in ballo alcuni dirigenti che penso abbiano il diritto di difendersi" Si parla anche di un tentativo della famiglia Degennaro di modificare la finanziaria 2008... "Non facciamo finta di non sapere quali sono i meccanismi con i quali Confindustria e tutte gli imprenditori tentano di difendere i loro legittimi interessi in ogni Finanziaria. In quella del 2008 tra le migliaia di emendamenti ce ne erano alcuni che riguardavano le proroghe sui tempi di allaccio degli impianti delle energie rinnovabili. Penso che sul quel tema ci fossero circa 300 emendamenti arrivati da tutti Italia e loro, come altri gruppi industriali, avevano interesse ad ottenere le proroghe per gli investimenti che avevano programmato. Quegli emendamenti non furono accolti perché il governo non diede parere favorevole perché non c'erano le condizioni per allungare i tempi sulle proroghe. Ma quest'anno è successa la stessa cosa: sono temi sui quali la discussione tra politica e imprese continua. Diverso se qualcuno scrive un emendamento, ma non è questo il caso, che magari è stato concepito in un'azienda. Ma vorrei aggiungere una cosa...". Faccia pure... "Questa richiesta di emendamento l'ho letta sui giornali: è probabile che i Degennaro abbiano chiesto a consiglieri regionali o consiglieri comunali di sostenere un emendamento presentato chissà da quale deputato: ripeto, sul quel tema c'erano 300 emendamenti provenienti da tutta Italia e da deputati di partiti diversi. Essendo io a Palazzo Chigi potevo fare una valutazione di questi emendamenti. Ho letto che sarebbe stato Di Pietro a respingere le proroghe ma non è così visto che il no fu dato direttamente dal governo Prodi perché non era stato trovato l’accordo". Secondo lei il consigliere del Pd Gerardo Degennaro dovrebbe essere espulso da partito? "No, non mi pare sia stato condannato. Aspettiamo che altri magistrati valutino i fatti che la procura sta contestando. Bisogna avere fiducia nella magistratura, poi le regole del Pd le conoscono tutti".

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