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06.03.12 - BOCCIA : MA PIER LUIGI NON C'ENTRA " GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO DEL 06.03.2012 "

06.03.2012
PALERMO I «gazebo» per le primari del centrosinistra • Nel Pd, l'esito delle primarie di Palermo, dopo quelle di Milano Genova, Napoli per restare alle grandi città, ha aperto un'altra ferita. E ha acuito lo scontro - la resa dei conti paventata da Bersani - tra le diverse anime del partito, sempre più diviso tra bersaniani ortodossi, centristi, dalemiani, veltroniani, vendoliani «dormienti». Nonché gli ultimi venuti: i seguaci di Monti. Per Francesco Boccia, deputato pugliese del Pd, «Bersani non c'entra nulla con le vicende delle primarie, ogni città ha una storia diversa, vincono e prevalgono alcune proposte su altre ma poi tutti hanno il dovere di sostenere i l candidato vincente. Questo è l'obiettivo delle primarie e chi oggi dentro il partito o fuori utilizza questo tema per regolare i propri conti, ha sbagliato l'indirizzo». «A Sei e Idv - sottolinea Boccia - consiglio di fare congressi straordinari per capire se sono a favore o contro le politiche del governo Monti». I due partiti sono all'opposizione, e quindi la risposta dovrebbe essere ovvia. Invece è i l Pd il partito che appare più lacerato della divisione tra «mondani » e «antimontiani», tra sostenitori del governo dei Tecnici, forse anche nella prossima legislatura, e coloro che premono per i l ritorno al «primato della Politica». E' questo i l quadro? Boccia glissa e la prende alla lontana, ma i l suo percorso è chiaro: « È evidente che gli effetti delle politiche del governo Monti da un lato, e la radicalizzazione dello scontro contro di esso che sostengono Sei e Idv provocherà una modifica dello scenario politico. Vorrei sapere cosa pensano Sei e Idv delle liberalizzazioni, delle riforme fiscali e del mercato del lavoro, della Tav e altre cose che definiscono un percorso riformista r i spetto ad una rinnovata idea della po- IL MONITO «Cosa pensano di liberalizzazioni, riforme fiscali, lavoro e Tav?» litica». Aggiunge che «quello che non stanno capendo nella stagione del governo Monti alcuni nostri alleati a sinistra è che nel dopo-Berlusconi nulla sarà come prima. Gli elettori ci giudicano per l'idea di Paese che abbiamo e per quello che siamo in grado di fare. L'era Berlusconi finisce dopo vent'anni ma  perchè è fallita la r i voluzione liberale. Così Vendola rischia di passare alla storia come un sottoprodotto di quella cultura antagonistica, perché dopo 7 anni i tempi delle mammografie e delle analisi in ospedale per la povera gente sono più lunghi dei tempi della Regione Puglia governata da Fitto. La gente oggi vuole solo fatti, certezze, la protezione effettiva di chi è rimasto indietro. Tutto i l resto finirà per rientrare nella storia di questi vent'anni che, nel bene e nel male, è stato i l berlusconismo e l'antiberlusconismo. Monti ci porta oltre questo schema». E Boccia introduce un altro aspetto per rappresentare la nuova stagione politica: la stabilità dei conti: «Draghi a Francoforte e Monti a Palazzo Chigi hanno rimesso in sicurezza i l sistema finanziario e riabilitato i l nostro Paese agli occhi della finanza internazionale, magari con scelte impopolari, ma necessarie per recuperare credibilità. Solo per questo dovremmo essergli già molto grati. A 6 mesi di distanza dalla lettera della Bce mi domando, quindi, siamo proprio sicuri che sia la Banca centrale europea l'uomo nero?». «Come partito responsabile che sostiene i l governo - aggiunge Boccia - dobbiamo accettare ogni decisione imposta della Bce? Certo che no. I l Pd, quando reagisce, lo fa con forza, facendo valere le proprie ragioni. Ma non sbraitando e inneggiando al complotto. Piuttosto agendo in Parlamento, con i mezzi e gli strumenti democratici».

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