29.10.11 - DUE GENERAZIONI E UNA GRANDE SFIDA : " E' TEMPO DI UNITA' "
29.10.2011
Il confronto aperto nel Pd sulla complessitá della società moderna, su come affrontare la crisi e con quale classe dirigente, ci impone chiarezza. Inutile negarlo: da oltre due anni c'é un confronto franco dentro il Pd, su temi cruciali connessi al rapporto tra societá e mercato (in Italia, in Europa e nel mondo), sui modelli ridistributivi possibili e sul rapporto tra politica e Istituzioni. Temi sui quali, due generazioni intere (cosidetti Trenta-Quarantenni) hanno posto quesiti e ipotizzato soluzioni e percorsi. Nelle ultime settimane da l'Aquila, Bologna (e in questo fine settimana) da Napoli e da Firenze. Forse divisi organizzativamente, ma uniti nella convinzione "che il tempo é adesso". Il tempo degli esempi; il tempo delle scelte radicali. Il tempo di chi crede che la politica sia servizio. E allora non si chiede nulla in cambio, ma ci si chiede cosa si è disposti a dare. Il tempo di generazioni che mettono la persona al centro dell'azione politica ritenendo il mercato uno strumento per redistribuire meglio e bene le risorse per il soddisfacimento dei bisogni umani. Il tempo di generazioni che vogliono lasciare ai propri figli il debito pubblico che gli é stato lasciato dai propri padri. Che chiede sacrifici a chi é più fortunato. Che pongono la condizione dei giovani al centro dell'agenda politica. Il tempo di chi vuole l'Europa, non vuole utilizzarla e sfruttarla ma costruirla politicamente e non burocraticamente. Il tempo di chi vuol fare dei comportamenti quotidiani, l'esempio. L'esempio di ogni giorno, l'unico in grado di far tornare a credere gli italiani nella politica. Quest'appello al segretario è un atto di amore verso il Partito. Nessuno puó ritenersi indispensabile da solo, nessuno puó avere l'arroganza di possedere il verbo della modernità o dell'ortodossia di valori, principi o addirittura di ideologie archiviate dalla storia. Costruire il partito dei riformisti italiani nel 2007 é stato un momento di coraggio e di speranza. Averlo rilanciato con le primarie del 2009 ha confermato l'esclusività e l'originalitá del progetto politico nel panorama italiano. Oggi siamo a un bivio. Della storia d'Italia e delle responsabilità dei riformisti italiani. Alla vigilia della fine della cosiddetta seconda repubblica, abbiamo il dovere di non lasciare nulla al caso. Di mettere insieme le esperienze più belle, le sensibilità di tutti. Evitiamo che il protagonismo in atto di nuove generazioni si trasformi in atteggiamenti supponenti di alcuni protagonisti, con letture a volte anche un pó affrettate che rischiano di apparire come un'inutile lotta fratricida di bambini soldato impegnati in una sorta di conflitto tra poveri. Che lascia solo strascichi e mette in un angolo le idee. Ed allora, mettiamo in un'assemblea "tutti dentro". Confrontiamoci tutti insieme. I protagonisti che riempiranno la Leopolda a Firenze con i ragazzi di Napoli, gli animatori della piazza di Bologna e quelli di L'Aquila. E con loro il gruppo dirigente che ci ha portato sin qui. Tutti uniti da una convinzione: la centralità del Pd nella rivoluzione riformista. Facciamolo e non ci pentiremo. Facciamolo e daremo l'esempio di una politica che riesce ad essere degna e nobile al tempo stesso. E tempo di esempi e di unità. E' tempo di un confronto, anche aspro se necessario, sui temi che riguardano la vita degli italiani. Tempo di responsabilità. Crediamo nel new deal della politica italiana e siamo consapevoli che in tante iniziative parlamentari tra noi (dalla giustizia, ai giovani, dal limite dei mandati al taglio dei vitalizi, dal welfare al fisco,alle grandi infrastrutture, dalla patrimoniale, alla tobin tax) e le tante azioni positive che vengono dai territori, questo sentimento sia già in campo. Ora tocca solo volerlo. Tocca a tutti noi. Nessuno escluso Dario Ginefra, Francesco Boccia, Antonio Boccuzzi, Paola De Micheli, Stefano Esposito, , Stefano Graziano, Federica Mogherini, Lapo Pistelli, Fausto Recchia, Ettore Rosato, Guglielmo Vaccaro.