RASSEGNA STAMPA

04.10.11 - Il giorno dopo l'addio di Marchionne, il mondo della politica si interroga

04.10.2011

(Dire - www.dire.it) ROMA - Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, vede con "preoccupazione" questo divorzio e auspica "una ricomposizione della frattura". La decisione di Marchionne, spiega, e' "un segnale di disgregazione. Ci auguriamo che si possa ricomporre nel segno della funzione sindacale di modernizzazione del sistema delle imprese". Sacconi stoppa poi i retroscena perchè "sarebbe sciocco" leggere la mossa annunciata ieri come il preludio a un disimpegno del Lingotto dall'Italia: "Ieri ha annunciato investimenti, e' questa la principale notizia". La leader della Cgil, Susanna Camusso, invece, torna a incalzare Bonanni e Angeletti perchè "ci vorrebbe uno scatto di orgoglio unitario per dire che la ricetta e' un'altra". Il sindacato di Corso Italia rispetta "le scelte delle altre organizzazioni ma e' evidente che si e' dato credito all'azienda e al governo che ha fatto l'articolo 8 e non ha nessun interesse alla crescita e all'occupazione, scarica sui lavoratori le conseguenze della crisi ed elimina le regole". Spicca, infine, come fuori dal coro la voce di Francesco Boccia, deputato Pd e coordinatore delle commissioni economiche del gruppo parlamentare. "Io- ammette Boccia- ho criticato Marchionne per gli impegni non mantenuti su Termini Imerese. Oggi francamente non me la sento di dire che la scelta unilaterale di non aderire a Confindustria sia una cosa criticabile, rientra nella facolta' di un imprenditore". Questa e' solo "la punta di un iceberg immenso e pericoloso per la tenuta delle relazioni industriali in Italia e piu' in generale del rapporto tra politica e organizzazioni sindacali e datoriali". Nella stagione presente, di evidente decadenza del Paese, partiti politici, sindacati e associazioni datoriali anziche' confrontarsi si sono chiusi a riccio tentando di difendere posizioni sempre meno difendibili".

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