Roma, 17 AGO (il Velino/AGV) - La manovra finanziaria bis approda al Senato. L'Aula di Palazzo Madama, quasi deserta, si e' riunita per pochi minuti per assegnare il testo del decreto-legge di stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, varato dal Consiglio dei ministri il 13 agosto, alle commissioni competenti. Il provvedimento passera' quindi alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio che inizieranno l'esame a partire da lunedi' prossimo. Alla seduta, oltre al presidente di turno, Vannino Chiti, per il Pdl erano presenti i senatori Santini, Barelli, Bonfrisco e Fantetti; per il Pd Bastico, Cosentino e Pegorer; per l'Idv Pedica e Li Gotti e per il Terzo polo Germontani. Il governo era rappresentato dal sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti. L'ulteriore iter del provvedimento, dopo il passaggio nelle commissioni, sara' stabilito da una conferenza dei capigruppo, che sara' convocata la prossima settimana. Al Senato, il testo della manovra, anche su proposta della stessa maggioranza, potrebbe pero' subire importanti correttivi. I capigruppo del Pdl di Senato e Camera Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto e i vice Gaetano Quagliariello e Massimo Corsaro in una lettera al Corriere della Sera si dicono "aperti al dibattito e a ipotesi migliorative che dovessero emergere in Parlamento, da qualunque parte esse provengano". Tuttavia ribadiscono "due punti fermi" sui quali non sono disposti a negoziare. "La manovra - spiegano - non puo' essere stravolta nei suoi equilibri interni, anche per non offrire al contesto internazionale che l'ha apprezzata una sensazione di schizofrenia; e i miglioramenti non possono avvenire a discapito della celerita' della sua approvazione, oggi come ieri quanto mai necessaria". Nel merito, osservano, non si puo' tornare indietro sui capitoli che riguardano le privatizzazioni, i costi della politica e la flessibilita', fino al licenziamento, dei contratti sul modello di Pomigliano. Il governo starebbe anche valutando l'ipotesi di tassare i capitali rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale, cosi' come proposto dal Pd, ma la percentuale del prelievo sarebbe decisamente inferiore a quella avanzata dal partito di Pier Luigi Bersani. La valutazione infatti verrebbe effettuata su una cifra compresa fra l'1 e il 2 per cento. Scettico il sottosegretario all'Economia Alberto Giorgetti. Tassare i capitali scudati, sottolinea, e' "tecnicamente difficile perche' e' difficile reperire i dati e ricostruire il percorso dei capitali in quanto c'e' l'anonimato". Il coordinatore delle commissioni Economiche del gruppo del Pd alla Camera Francesco Boccia, invece, ribadisce che la proposta di un prelievo sui capitali rientrati con lo scudo fiscale e' "seria ed utile" ma, aggiunge, "probabilmente l'idea di tassare solo dell'1-2 per cento i capitali rientrati con lo scudo, anticipata oggi, e' proprio farina del sacco di Tremonti". E Antonio Di Pietro attacca: "Tra il dire e il fare c'e' di mezzo il governo Berlusconi e i tanti suoi amici scudati. Solo quando lo faranno veramente ci credero'", afferma Antonio Di Pietro. Allo studio del governo anche l'innalzamento dell'Iva, l'introduzione del quoziente familiare e il versamento del Tfr in busta paga. Per quanto riguarda invece il fondo di solidarieta', il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli interviene sull'ipotesi di sciopero dei calciatori, legata alla richiesta che siano le societa' di calcio a pagare il contributo, minacciando di raddoppiare per loro l'aliquota come per i politici. Intanto, sul fronte interno del Pdl se da un lato i vertici del partito promuovono la manovra ma si dicono comunque pronti al dibattito, dall'altro lato cresce il partito dei frondisti e il partito corre ai ripari. Il neosegretario del partito, Angelino Alfano, come riferisce il sottosegretario Guido Crosetto, incontrera' all'inizio della prossima settimana il gruppo di parlamentari pidiellini firmatari di una nota congiunta che chiede modifiche al testo. - www.ilvelino.it - (ala)