(di Giovanni Innamorati)
(ANSA) - ROMA, 18 LUG - E se la manovra fosse sbagliata, e favorisse cosi' la sfiducia dei mercati verso i titoli italiani? Ad affermarlo sono non solo le opposizioni, che chiedono in coro le dimissioni di Berlusconi e del suo governo, ma anche alcuni economisti a partire da quelli che fanno capo a LaVoce.info. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani non ha dubbi, il dopo Berlusconi richiede un passaggio elettorale, mentre il leader Udc Pier Ferdinando Casini rilancia un governo di unita' nazionale. Richieste tutte respinte dal Pdl. ''Una manovra finanziaria potenziata - si legge sul sito de LaVoce.info - non bastera' a invertire il clima di sfiducia nei confronti del nostro debito pubblico se non si faranno riforme per la crescita e non si interverra' migliorando le diverse misure''. Si', spiega il sito, perche' il decreto colpendo le famiglie (reddito tagliato del 6%), avra' ''effetti recessivi rendendosi in parte inefficace per le minori entrate dovute a una crescita inferiore''. Senza contare, come evidenzia Tito Boeri, che la manovra aggiusta i conti soprattutto con piu' entrate e non migliorando la struttura della spesa. Insomma la manovra andrebbe ''corretta'' nei contenuti. E anche il Sir, l'agenzia della Cei, chiede riforme ''strutturali'' con la ''lotta all'evasione fiscale e sostegno alle famiglie''. Concetti sostenuti anche dalle opposizioni: il decreto,afferma Ermete Realacci (PD), ''preme soprattutto sui ceti medio-bassi. Bisogna cambiare segno e far si' che a dare un contributo maggiore sia chi ha piu' risorse''. Per Antonio Di Pietro occorre ''ribellarsi a questa manovra cosi' iniqua e ingiusta, che toglie ai poveri e da' agli evasori, alla cricca e alla casta''. Insomma, attacca Paolo Ferrero del Prc, una ''manovra di massacro sociale'' che oltretutto non ha misure anti speculazione, come il divieto di vendita allo scoperto. In ogni caso secondo le opposizioni la risposta negative dei mercati indica che e' il governo e non essere credibile e che quindi si deve dimettere. Lo hanno chiesto dal Pd (Stefano Fassina e Francesco Boccia) all'Idv, all'Udc e anche Sel (Gennaro Migliore). Ma le opposizioni propongono soluzioni diverse tra loro. Pier Ferdinando Casini ha invitato Berlusconi a superare l'idea di una ''autosufficienza'' del centrodestra, per dar vita a un governo di unita' nazionale, che non sarebbe dunque un esecutivo tecnico. Bersani, invece, oggi ha rilanciato la richiesta di urne immediate che sarebbero ''la strada maestra'', benche' abbia dato, in subordine, anche la disponibilita' verso un ''governo di transizione'' che corregga la manovra. La tesi e' respinta con indignazione dal Pdl: ''l'attacco politico della sinistra e' del tutto irresponsabile in una situazione delicata'' ha detto il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Mentre il suo vice, Osvaldo Napoli invita le opposizioni ad aprire un confronto sulle riforme in Parlamento, con un dividendo politico importante per esse: ''la credibilita' di fronte agli italiani''.