Intervista rilasciata a Francesca Schianchi, pubblicata su La Stampa
Con i Cinque stelle si può costruire una visione comune, dalla sensibilità ambientale alla funzione sociale delle imprese. Ogni tanto però loro hanno strizzato l`occhio alla destra: Beppe Grillo ha sgomberato il campo dalle ambiguità», commenta soddisfatto la novità di giornata il ministro degli Affari regionali e le Autonomie, il dem Francesco Boccia.
È sicuro che non faranno più l`occhiolino alla destra? «La destra l`hanno provata: si sono fatti male loro e hanno fatto male all`Italia. Devono decidere: meglio un partito che intercetta più consenso ma ambiguo, o qualche punto in meno ma con un`alleanza chiara?».
Grillo e Di Maio propongono un nuovo contratto di governo a gennaio. È d`accordo? «Sono d`accordo su un patto per individuare quattro o cinque punti rilevanti che consen- tano alle forze di maggioranza di assumersi la responsabilità del Paese e arrivare a fine legislatura. Ma non chiamiamolo contratto».
«Contratto» proprio non vi piace... «Il fatto è che la vita degli italiani non è contrattualizzabile. La società, l`economia impongono cambiamenti che non sono prevedibili per contratto. Quello che devi avere chiaro sono i principi».
Dovete individuare quattro o cinque punti, dice lei. Qual è uno irrinunciabile per il Pd? «Lo decideremo. Abbiamo un ottimo segretario e veniamo da tre giorni a Bologna da cui siamo usciti con una piattaforma progressista importante. Su scuola, ambiente, lavoro ed Europa ci sono punti di contatto tra Pd e M5S. Per noi è fondamentale la riduzione delle tasse sul lavoro».
A Bologna Zingaretti ha parlato di ius soli. Deve essere uno dei punti del nuovo patto? «Lo ius soli deve essere nell`agenda di forze politiche progressiste. Il confronto col M5S ci permetterà di capire se si possa fare adesso».
Significa che non sarà una conditio sine qua non... «Non possiamo ricattare l`alleato come non vogliamo subire ricatti. Ma sicuramente ci confronteremo».
Spera ancora in un`alleanza con i grillini alle Regionali? «Ho sempre auspicato che ci fosse il coraggio di condividere una sfida. Ma, come dice il presidente ricandidato dell`Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, se fai un`alleanza devi condividere il progetto. E io penso che non ci sia in Italia un progetto riformista migliore di quello di Bonaccini in Emilia, dove i servizi sono eccellenti e la disoccupazione è stata dimezzata. Spero che in ogni regione che andrà al voto ci sia un confronto sui programmi di quella regione, anche se so che non ovunque riusciremo ad andare insieme».
Sedersi a un tavolo e ridefinire l`alleanza servirà anche a ritrovare una sintonia con Italia viva? «Non so cosa farà Italia viva. Penso che abbiamo una visione comune con M5S e LeU, ma non ho capito se l`obiettivo di Italia viva sia quello di militare in un`alleanza progressista di centrosinistra».
Renzi lo ha spiegato: punta a prosciugare il Pd come Macron con i socialisti francesi. «Si è autoproclamato Macron senza esserlo. Ricordo a lui e a tutti gli amici di Italia viva che sono stati eletti nel Pd, e di solito quando qualcuno crede di poter portare via elettori al Pd non gli va molto bene. Detto questo, è Italia viva che deve sciogliere il nodo: io penso a un patto tra le forze che sostengono il governo che possa essere utile anche a loro».
Un patto con cui riuscirete ad arrivare a fine legislatura? «Ci arriviamo se tutti lo rispettiamo. Il presidente Conte è una persona seria, non può essere che qualcuno pensi di distruggere tutto per portare a casa lo 0,1. Spero che nessuno creda di fare il Salvinibonsai».
Renzi ha detto che si va avanti con o senza Conte. «Sono totalmente in disaccordo. Senza Conte per quanto ci riguarda ci sono solo le elezioni»