Intervista rilasciata a Giulia Merlo, pubblicata su Il Dubbio
La a sfida è portare il Pd nelle “tasche delle nuove generazioni, attraverso una piattaforma digitale”. Il deputato dem Francesco Boccia descrive così il progetto di riforma online del partito, composto da una agorà digitale e da una app per smartphone e tablet.
Addio sezioni, quindi?
Al contrario, il Pd deve essere un partito di sezione e di smartphone, di piazza e di tablet. Non vogliamo sostituire l’attività dei circoli, perché l’incontro fisico tra persone è l’esperienza più straordinaria che offre la politica. Vogliamo però affiancarle il mondo digitale. La nostra è una visione di interazione con un partito ai tempi della società digitale, con l’obiettivo in particolare di parlare alle nuove generazioni, che approcciano la militanza in modo diverso dal passato.
Cosa si potrà fare, materialmente?
Sarà l’agorà digitale del partito, dove gli iscritto potranno svolgere le attività che oggi si fanno nelle sezioni, come per esempio la votazione dei deliberati dei circoli o la denuncia in chiave di opposizione delle cose che non vanno nelle amministrazioni. Poi puntiamo a intercettare anche i militanti e i simpatizzanti, che potranno confrontarsi, discutere e informarsi.
Assomiglia a ciò che hanno fatto ormai 15 anni fa i 5 Stelle...
Assolutamente no. Guardi cosa è Rousseau oggi: una piattaforma opaca, in cui i partecipanti non si conoscono tra di loro. La nostra sarà aperta a tutti, sarà come un grande social network. Abbiamo l’ambizione di diventare il riferimento digitale per milioni di italiani.
Si potrà votare online anche alle primarie?
Fermo restando che l’attività di incontro non deve sospendersi, noi vogliamo essere il primo partito in Europa a sperimentare la votazione su blockchain. Ma noi, a differenza dei 5 Stelle, non commetteremo la goffaggine di fare certificare i nostri risultati da notai: assolutamente ridicolo, visto che certificano su carta quello che vedono in video. Noi avremo, come prevede una nostra proposta di legge, un audit terzo.
Chi svilupperà il tutto?
I migliori giovani sviluppatori italiani. Ci stiamo appoggiando ai ragazzi di Digithon, che stanno lavorando per creare una piattaforma più trasparente possibile. Al Pd verrà donata, ma nulla impedisce poi che venga commercializzata anche per soggetti terzi. Nessuna impresa, però, deterrà la proprietà esclusiva, come succede con Rousseau.
Con che tempi?
Zingaretti presenterà il progetto il giorno della chiusura della Festa dell’Unità nazionale di Ravenna. Il primo click sarà in novembre, al lancio della Costituente delle idee.