RASSEGNA STAMPA

29.03.2011 - Boccia: «L'Irpef non può aumentare»

29.03.2011

"Chi produce extradeficit sanitari potrà solo tagliare"

L'assessore Pelillo pensa che le tasse potranno lievitare

Onorevole Francesco Boccia, dove nasce la polemica con la Regione Puglia a proposito del decreto attuativo del Federalismo regionale che il Pd, suo partito, ha contribuito a scrivere?
«Voglio ricordare che se si discute ancora in Parlamento del Federalismo fiscale è grazie al Pd che sulla legge 42 si è astenuto e molti passaggi della riforma sono stati riscritti, ed è stato possibile inserire la clausola di salvaguardia. Così, in estrema sintesi, si è imposta la partenza contemporanea, nel 2013, dei tagli ai trasferimenti e della perequazione, il blocco dell’aumento delle tasse per 2 anni, l’esenzione dalle maggiorazioni dell’Irpef per le fasce meno abbienti e l’allargamento anche alla Basilicata delle Regioni di riferimento per la spesa sanitaria. Un pacchetto di misure votato all’unanimità dalle Regioni, anche dalla Puglia di Nichi Vendola. I pugliesi devono essere contenti se non pagheranno più tasse per due anni».
Ha ragione l’assessore Michele Pelillo quando dice che ci sarebbe uno spiraglio nella legge di stabilità per poter aumentare l’Irpef?
«Per l’Irpef non c’è alcuna possibilità di aumenti. Per l’Irap valgono gli impegni assunti dalle Regioni con il ministro Tremonti. Ma solo per l’Irap. Qui si parla di difesa dei consumatori, non si vuole polemizzare. Chi produce extradeficit sanitari dovrà tagliare i costi improduttivi».
Quali?
«Quelli della politica e quelli derivanti da sprechi. Non faccio l’amministratore regionale e non voglio fare demagogia, ma ricordo che nella giunta pugliese 7 assessori su 14 sono tecnici che costano circa un milione ciascuno all’anno, più che se fossero anche consiglieri. Penso anche agli sprechi che derivano dalle consulenze nelle Asl, in Puglia come in Calabria, o ai compensi agli amministratori delle aziende pubbliche al 100%, utilizzati al posto dei funzionari o dirigenti regionali. La verità è che al Sud nelle amministrazioni pubbliche si producono posti di lavoro per politici disoccupati ed è paradossale che ci si arrabbia perché siamo riusciti a non far aumentare le tasse: sfido a trovare un iscritto del Pd che voglia far pagare ai contribuenti l’extradeficit».
E la Legge di stabilità cui si riferisce Pelillo?
«L’assessore, solitamente attento, non ha il quadro chiaro della fiscalità nazionale e regionale e forse non ha letto il decreto. Perché il piano di rientro sanitario lo si fa in accordo con il ministero dell’Economia; qui, invece, si parla di extradeficit che va oltre il piano e per cui non si può utilizzare un’ulteriore leva fiscale».
Si ipotizza il ricorso al Fas per ripianare il deficit sanitario. Le Regioni meridionali che hanno gridato contro il governo per i fondi dirottati sulle quote latte, come potranno giustificare quest’altro uso improprio del Fas?
«Sono stato sempre contrario alla sottrazione delle risorse alle imprese e allo sviluppo dei fondi Fas per coprire buchi di altra natura e lo sarò anche per coprire i buchi della sanità».

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