Intervista rilasciata a Leonardo Petrocelli, pubblicata su La Gazzetta del Mezzogiorno
Francesco Boccia, capogruppo Pd in Commissione speciale alla Camera, le possibili frizioni fra l'eventuale esecutivo «gialloverde» e l'Europa potrebbero creare problemi al Mezzogiorno?
«Se nasce un esecutivo anti-Ue i problemi saranno tanti e non solo per il Sud. Il nodo principale è quello finanziario. Il nervosismo e le fibrillazioni dei mercati nascono proprio dalla mancanza di chiarezza sul tema-Europa della Lega e del M5S».
Ma al di là delle fibrillazioni, cosa teme possa succedere?
«Nonostante un debito pubblico più alto del 2012, anno dell'emergenza nazionale e della chiamata di Monti, noi paghiamo 18 miliardi in meno di costo del debito grazie al quantitative easing di Mario Draghi. Un ombrello aperto sulla nostra testa che ha favorito la ristrutturazione del debito e garantito la possibilità di tenere bassi gli interessi».
E dunque?
«Dunque se non rispettiamo i parametri e ci comportiamo come il leghista Centinaio che ha detto alla commissaria svedese Malmstrom "vada a lavorare", finirà che i primi a non credere nell`Italia saranno gli investitori».
Quanto al Sud invece?
«A causa della Brexit andiamo incontro a una riduzione di risorse sulle politiche agricole nella programmazione post 2020. Ci vorrebbe un governo autorevole per disinnescare le decurtazioni. Ma se dimostri di voler rompere rischi su tutta la linea e il Sud corre il pericolo più grande: quasi l'80% dei fondi comunitari vanno al Mezzogiorno».
Nel dibattito stimolato dal contratto Lega-M5S tiene banco il nodo Ilva. Cosa pensa della prospettiva di una riconversione?
«Si disegna uno scenario preoccupante. Una cosa è la posizione pugliese, per me corretta, sul percorso di decarbonizzazione, un'altra è dire "chiudiamo l'Ilva". Parliamo di 20mila posti di lavoro, diretti e indiretti. E poi c`è il tema del prezzo dell`acciaio: chiudere lo stabilimento vuol dire perdere potere contrattuale sul mercato europeo. Mi sembra dilettantismo».
Il governatore Michele Emiliano, però, ha dimostrato di apprezzare larga parte del programma. Lei no?
«Guardi, ci sono passaggi condivisibili come quelli legati al sociale e alle politiche di contrasto alla povertà sulle quali si può immaginare anche di fare delle cose insieme. Era la base su cui avremmo voluto attivare il dialogo con i grillini. Sul resto invece, dall'Europa alla politica estera, mi sembra che il M5S si stia facendo condizionare pesantemente dalla Lega».