Boccia, lei e il governatore Emiliano l'avete detto fin dall`inizio.
«Sì, lo diciamo dal 5 marzo e anche da prima. Erano le nostre posizioni già ai tempi del congresso Pd, a maggior ragione lo sono dopo il voto degli italiani. Per noi ora è quasi naturale pensare a un dialogo con i Cinque Stelle. Con Salvini non abbiamo nulla da spartire, siamo inconciliabili. Con il M5s, restano punti di distanza. Però sulle politiche sociali, sull'ambiente e sulla lotta alla povertà si può fare un patto politico».
È necessario allearsi con gli avversari?
«Non si può far politica dicendo "non vedo, non sento e non parlo". Non c'entra nulla con la storia del Pd e con la nostra anima sociale. Noi dobbiamo tornare nelle periferie, nei luoghi degli ultimi a rappresentare il popolo della sinistra che ha votato M5s».
I vostri elettori gradiranno?
«Il nostro compito non è assecondare la pancia dell`ala più integralista dell`elettorato, ma condurlo verso nuovi orizzonti. Andando dietro agli ultrà ci siano ritrovati spiaggiati».
Va bene pure Di Maio premier?
«Prima bisogna trovarsi sui temi, poi vedremo. Non è nemmeno detto che il Pd debba entrarci per forza. Ma dobbiamo dire se vogliamo accendere o no i motori della legislatura. Se qualcuno nel Pd pensa sia meglio tornare a votare lo dica».
Alla fine è Renzi il problema?
No, il mio appello a Renzi è: aiutaci a trovare una soluzione. Sapendo che questo ci potrà aiutare anche a fare un congresso serio sui contenuti e non divisivo. Una spaccatura ora lo trasformerebbe
inevitabilmente in uno scontro durissimo. (N.P.)