Intervista rilasciata a Francesca Russi, pubblicata su Repubblica Bari
«ATTENZIONE a non fare il gioco di chi pensa di venire a fare shopping nel Mezzogiorno» ammonisce subito il deputato pd Francesco Boccia. Il parlamentare dem pugliese alla guida della commissione Bilancio della Camera, all'indomani della notizia di una nuova indagine su Banca popolare di Bari, si dice preoccupato «dagli squali all' orizzonte», ma invita risparmiatori e azionisti a «evitare il panico».
Onorevole, a febbraio scorso fu Renzi a lanciare la stoccata: "si è fatto credere che il problema delle banche italiane venisse da qualche banchetta territoriale toscana, sarà interessante discutere anche delle banche pugliesi, la Popolare di Bari". Eccoci a discuterne.
«Le banche pugliesi sono solide e la Popolare di Bari è la più grande del Mezzogiorno; trovo inappropriato e vergognoso qualsiasi paragone con banche come Etruria e Marche fallite e salvate da banche sane o come Monte dei Paschi e le venete salvate dallo Stato. La Puglia non è il Veneto. Si può discutere al massimo della strategia industriale».
Si riferisce all'acquisizione di Banca Tercas?
«Andava ammortizzata in un decennio, invece le scelte del legislatore, che non abbiamo condiviso, hanno obbligato Bpb a digerire in fretta una strategia industriale che non è dispiaciuta alla Banca d'Italia. Questo si inserisce in una fase in cui il regolatore si è messo a consigliare cosa e a quali condizioni acquistare, quello che dovrebbe essere funzione di mercato».
La procura ritiene che fosse un'operazione ad alto rischio. C'è un problema di controlli?
«C' era stata una valutazione di Bankitalia che vigila sulla regolarità e che ha fatto più di una ispezione: tutte chiuse con un nulla di fatto. Sarà la commissione bicamerale di inchiesta a verificarne la coerenza».
E l'inchiesta giudiziaria?
«Lasciamo lavorare i magistrati. Prima di avventurarsi in analisi creative che fanno un danno a tutti, sarebbe il caso di approfondire l' impatto che la banca ha sull' economia pugliese: ci sono aziende la cui vita dipende della Popolare. Bpb è il crocevia dell'economia appulo-lucana. Non scherziamo con il fuoco perché vedo gli squali all' orizzonte. E da meridionale ho ancora le cicatrici di come fu portato via ai risparmiatori il Banco di Napoli. Se qualcuno sbaglia, deve pagare. Ma se scatta il meccanismo per cui, sulla base di una legittima valutazione della magistratura, si fa il gioco di chi pensa di fare shopping a Mezzogiorno, la politica, quella sana che in Puglia esiste, non lo consentirà. Dobbiamo difendere la relazione tra banca e capitalismo territoriale perché altrimenti rischiamo di danneggiare il nostro modello economico».
Il rapporto privilegiato con il territorio di Bpb non rischia ora di essere un'arma a doppio taglio?
«Avere una banca al Sud che non tratta i clienti con gli algoritmi è una cosa che dà un vantaggio competitivo su quelle regioni che possono permettersi di vivere con il cordone ombelicale legato tra imprese e banca».
D'accordo, ma ci sono anche i piccoli risparmiatori e azionisti.
«Penso sia loro interesse aspettare la parola fine e non muoversi quando c'è solo una valutazione parziale: è a tutela dei loro investimenti. I risparmiatori devono essere tranquilli. Quando iniziò la slavina al Monte dei Paschi ci fu una corsa sbagliata alla cassa, dettata dal panico, che l'ha affossato definitivamente. In questo caso basta raccontare la verità: Bpb è una banca solida. Vorrei si discutesse in maniera laica, senza antipatie o simpatie, giudicando il risultato di oltre 50 anni e verificando la regolarità dei comportamenti».