Intervista rilasciata a Lorenzo Salvia, pubblicata sul Corriere della Sera
ROMA Francesco Boccia (Pd), presidente della commissione Bilancio della Camera, la mossa del governo su Tim è una ritorsione contro la Francia per il caso Fincantieri? «Non sono abituato a nascondermi dietro il politichese. Ci sono molte coincidenze che la fanno apparire come una risposta all' incomprensibile cambio di rotta francese. Tuttavia sarebbe stato giusto pensarci a dicembre, quando i francesi di Vivendi stavano scalando un'altra azienda italiana, non Tim ma Mediaset».
E cosa c' entraMediaset? «Con quella decisione Vivendi stava chiudendo il cerchio di un mondo che mette insieme reti e contenuti. Passando per Tim e Mediaset, Vincent Bolloré stava creando un sistema che tiene news, fiction, musica, giochi. Tutto. Bisognava pensarci in quel momento, l' avevo anche detto».
Perché non è stato fatto? «Bisognerebbe chiederlo ai diretti interessati, i ministri Padoan e Calenda».
Ma pensarci adesso è un errore? «Un errore no, perché bisogna ricordare ai francesi che non siamo i cugini poveri. Però, al di là delle smentite ufficiali, sarebbe stato più lineare tenere separati i due piani. Al protezionismo non bisogna rispondere con il protezionismo».
E come bisogna rispondere allora? «Prima di arrivare alla mossa della disperazione, prima di scendere sul terreno della scorciatoia, mi sarei aspettato che l' Italia battesse i pugni sul tavolo di Bruxelles, e ottenesse un chiaro pronunciamento della Commissione. Non l'abbiamo fatto e ci siamo dovuti accontentare delle dichiarazioni di qualche ignoto portavoce di Bruxelles».
Forse preferiamo evitare lo scontro con Bruxelles, altrimenti poi ci sono problemi con i margini di flessibilità per i conti pubblici. «Spero che non sia così. Sul caso Fincantieri la ragione è dalla nostra parte, perché si tratta di un' azienda sana e c' era un accordo politico che è stato stracciato all' ultimo momento. Lo dico anche ai miei colleghi del Pd che su Macron si erano fatti tante illusioni e adesso si trovano davanti la versione pulita di Marine Le Pen, dove l' Europa conta zero e gli Stati membri fanno solo i propri interessi. E lo sconto dello 0,3% sul deficit che Bruxelles ci sta facendo non è una concessione all' Italia. Anzi».
Anzi cosa? «È uno sconto che stanno facendo a tutti gli Stati membri per fare un favore proprio alla Francia, che dopo diversi anni è tornata sotto il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil e sarebbe stata costretta a un aggiustamento di bilancio più pesante. I pugni vanno sbattuti. Mi aspetto che il mio Paese lo faccia».