Intervista rilasciata a Michele Cozzi, pubblicata su La Gazzetta del Mezzogiorno
Francesco Boccia, sostenitore della mozione -Emiliano: come giudica l' esito delle primarie?
«Il Pd è vivo, da domenica chi vuole mettere in discussione il Pd fa notare la diminuzione di elettori, ma non vedo nessun partito in Italia in grado di portare a votare la metà delle persone che hanno votato alle primarie».
Il calo c'è stato. Come lo spiega?
«Sono cambiate molte cose dal 2007. Occorre fare i conti con una società profondamente cambiata, e con un panorama politico diverso. Mi piacerebbe che venisse ammesso che il Pd ha tenuto più al Sud, in Puglia e Basilicata in particolare, con la crescita straordinaria legata a Emiliano».
Renzi ha vinto con un ampio margine. Si aspettava questi numeri?
«La vittoria di Renzi è netta ed è giusto ammetterlo nel partito. La grande novità si chiama Fronte democratico che nasce dal nulla. Quando Emiliano si è candidato quel giorno veniva chiuso il tesseramento. In due mesi è stato fatto un miracolo: sono stati convinto 21mila iscritti al Pd e circa 200 mila elettori italiani del Pd. Si riparte dai 200mila elettori, con una percentuale del 25% nel Sud e nelle Isole»
Percentuali per Emiliano al nord molto basse. Come lo spiega?
«Se avessimo avuto più tempo avremmo raccolto più consensi. Il crollo dell' affluenza del 50% in alcune aree del Nord però deve farci riflettere».
In che senso?
«Le primarie sono organizzate dai gruppi dirigenti. Noi avevamo solo 12 tra deputati e senatori. Renzi oltre 300, Orlando oltre 100».
Forse al Nord ha pesato troppo un profilo troppo meridionalistico?
«Non credo che sia questa la spiegazione. Se così fosse non si capirebbe perché in alcune realtà Emiliano va bene e in altre no. Dove il gruppo dirigente ha diffuso la proposta di Emiliano, i risultati ci sono stati. Emiliano poi viene percepito, come un leader che ha già prodotto risultati, da sindaco di Bari e, ora, da presidente della Regione. La Puglia è percepita come il Sud che ce l' ha fatta. Bari veniva vissuta in passato con elementi di disagio. Tutti riconoscono a Emiliano di avere costruito un percorso virtuoso. Perché rappresenta l'idea che si può cambiare l' Italia dal Sud».
Pensate di avere commessi errori?
«Abbiamo avuto due mesi scarsi, ed elementi di autocritica ci stanno. Ma siamo intervenuti a tesseramento chiuso, poi c'è stato l'infortunio di Michele, altri momenti terribili».
Renzi sembrava ammaccato dal referendum, invece, esce rafforzato dalle primarie. Come lo spiega?
«La sua leadership nel partito è confermata, è forte, ma non so se sarà sufficiente. È forte nel gruppo dirigente attuale e la leadership gli va riconosciuta. Ha detto che vuole imparare il Sud da Emiliano e lo spirito unitario da Orlando. Se a queste parole seguiranno azioni politiche il Pd potrà essere più forte».
Anche Orlando è sembrato più organico al Pd. Che ne pensa?
«Avevamo l' obiettivo delle due cifre. E ci siamo riusciti. Se hai 10 deputati e devi muoverti in oltre 100 province fai fatica».
Avete annunciato battaglia interna?
«Non parlerei di battaglia ma di confronto permanente. Dall'assemblea del 7 si capirà la storia che abbiamo davanti».
Renzi non farà prigionieri?
«Il discorso di domenica sera indicava una nuova via. Verificheremo dal 7. Noi siamo al servizio del partito. Siamo esigenti, ma amiamo il Pd e faremo di tutto per rafforzarlo».
Rischio scissione?
«L'ho scongiurata prima e lo faccio anche ora. Spero che il congresso possa servire a tutti ad essere rappresentati nel partito. Abbiamo la responsabilità di dare voce a 200mila cittadini».
E le alleanze?
«Noi siamo per l'alleanza del centrosinistra. Governiamo con Sel, Sinistra italiana, Mdp che si va strutturando, in tante amministrazioni e regioni. Dobbiamo allargare il campo del Pd».