Intervista rilasciata ad Anna Fiorino, pubblicata su Avvenire
Dalla politica tre no all' aumento dell'Iva Francesco Boccia, deputato pd presidente della Commissione Bilancio della Camera, riconosce le difficoltà del lavoro di Padoan, ma è convinto che è ora di smettere di uniformarsi alle direttive Ue.
Il ministro propone di aumentare l'iva e di diminuire il costo del lavoro.
Questa è l'ipotesi della Commissione europea e, come noto, noi siamo uno di quei Paesi che, per averne seguito rigidamente gli schemi dal 2008 alla fine della recessione oggi compreso, ci siamo ritrovati con 33 punti di debito pubblico in più. Padoan non pensi di salvarsi la coscienza. Con più Iva e meno tasse sul lavoro non si va da nessuna parte. Al contrario, utilizzando la copertura degli 80 euro, si può abbassare per sempre il cuneo fiscale di 8.000 euro l'anno a lavoratore. Del resto nel 2015, con Renzi, si è visto che è possibile.
Senza far aumentare l'Iva?
L'Iva bisogna farla pagare a chi non la paga: alle multinazionali e al web. Parliamo di una base imponibile di 32 miliardi che significa 4/5 miliardi di Iva evasa. Ci sarà un motivo se il procuratore di Milano Greco e la Guardia di Finanza fanno accertamenti su chi si appiglia al mito internettiano della 'non stabile organizzazione' e poi patteggia e paga. Bene, io vorrei che pagassero prima e che lo Stato potesse contare su entrate che gli spettano. Se dobbiamo discutere di Iva, allora discutiamo delle fasce. Di sicuro, l' aliquota ordinaria non si tocca e non si può toccare.
Perché?
Chi lo pensa non è mai entrato in una media azienda italiana o non sa come vive una famiglia media.
Ritiene plausibile la possibilità di diminuire l'Irpef?
Nella mozione Emiliano prevediamo un calo dal 23 al 20% che incide sulle fasce con redditi fino a 15.000 euro. Insieme con la decontribuzione strutturale del costo del lavoro vale 15-16 miliardi che si recuperano con gli 80 euro e l'Iva sinora evasa. E non parliamo di un pagherò. Ma di una operazione che si può fare subito.
Qual è dunque la strada giusta che permetterebbe all'Italia di ripartire?
Investimenti pubblici fuori dai vincoli di bilancio, dando priorità alla ricostruzione dei centri colpiti dal terremoto, alla sicurezza delle scuole e delle opere viarie. Investire 70 miliardi in 5 anni anche a costo di far aumentare il debito, la qual cosa non sarebbe un delitto.
L' Europa impone vincoli. Padoan ha strappato una prima approvazione. Sembra improbabile cambiare direzione ora.
I Paesi che ancora credono nell'Europa, fra cui c'è il nostro, hanno l'obbligo di evitare ipocrisie con l'Europa. Le opere pubbliche sono l'unica via per rimettere in moto il sistema.