Dopo l'assemblea della sinistra dem a Testaccio, Francesco Boccia, deputato molto vicino a Michele Emiliano, ha passato tutto il pomeriggio al telefono nei panni del pontiere.
Ci sono spazi di mediazione? «Ho letto la proposta del presidente Orfini, per fare della prima parte del congresso una discussione sui programmi. Ma Renzi deve avere la generosità di consentire ai suoi sfidanti il tempo necessario per girare l' Italia e far conoscere le loro idee. Se si fanno le primarie in aprile questo è impossibile, serve almeno un giorno per ogni provincia. Per questo si potrebbero fare le primarie in estate, dopo le amministrative. Con un patto per assumerci tutti insieme la responsabilità del voto nei Comuni».
E se invece Renzi tirasse dritto con il congresso subito?
«Lui nel 2013 ha avuto otto mesi di tempo dopo le dimissioni di Bersani per poter costruire la sua candidatura. Oggi devono valere le stesse regole».
Al teatro Vittoria è nata una piattaforma alternativa nel Pd o un nuovo partito?
«È l' ultimo tentativo di tenere il Pd unito, o il primo passo di una storia nuova. Per me la scissione sarebbe un trauma, non ci dormo la notte. Ma è evidente che abbiamo presentato un' idea radicalmente diversa di sinistra e di Pd».
In tutti i grandi partiti progressisti europei ci sono ricette alternative ma senza scissioni.
«Serve uno sforzo in più da parte di chi guida il partito per tenerlo unito. Perché in Italia le differenze sono profonde, al limite di una possibile convivenza».
Davvero 2-3 mesi bastano?
«Sono il tempo minimo per fare un congresso vero».
Se parteciperete al congresso chi si candiderà nella minoranza?
«Per me devono partire tutti e tre, Emiliano, Speranza e Rossi. Saranno gli iscritti a decidere chi ha più chance».