Intervista rilasciata a Osvaldo Baldacci, pubblicata sul Giornale di Sicilia
La direzione PD è apparsa una finta. Basterebbe che Renzi dicesse che il congresso si fa nei tempi giusti e che non si corre al voto anticipato e tutti ci abbracceremmo. Così invece un problema». È chiaro e diretto come sempre Francesco Boccia, deputato del Pd e presidente della Commissione Bilancio della Camera, sostenitore della candidatura di Michele Emiliano alla segreteria del partito.
Onorevole, ci si attendeva chiarezza dalla direzione del Pd, invece sembra che la situazione sia peggiorata, con esponenti come Bersani e Orlando che criticano duramente Renzi...
«Il fatto è che i nodi sono rimasti irrisolti. Il tema serio è uno solo, sono mesi che si chiede il congresso e questo viene negato, poi improvvisamente lo si decide ma alle proprie condizioni, tutto di gran corsa. Troppe cose non quadrano. Renzi ieri per essere credibile avrebbe almeno dovuto mettere sul tavolo le sue dimissioni da segretario. Invece detta regole tutte sue e vuole fare le cose in due mesi. Ricordo che nei due precedenti, Veltroni e Bersani, si sono dimessi e si è avviato il processo e sono passati otto mesi prima di eleggere il nuovo segretario. Non dico che servono otto mesi, ma almeno quattro li vogliamo dare? Il tempo ai nuovi candidati di girare l'Italia per presentare le proprie mozioni, almeno un giorno per ognuna delle più di cento province italiane? E per i dibattiti nazionali?».
Ma quindi qual è la via di uscita?
«Basterebbe che Renzi dicesse sì a queste cose, che vorrebbe anche dire che non ci saranno le elezioni politiche a giugno. Perché una delle cose non dette della direzione è che Renzi vuole correre perché ancora vuole le elezioni anticipate a giugno. E intanto restano irrisolti tutti i nodi, e fai una gazebata ma adesso la chiami congresso. Voglio dire a Renzi che finora è mancato il coraggio della fiducia negli altri. Lui è il candidato più forte e ne è sempre più convinto, non abbia paura allora di confrontarsi e dica con chiarezza che il voto per il segretario sarà a giugno. Se fa questo domani ci abbracciamo tutti quanti. Invece facciamo una direzione che è come una riunione di condominio in cui non si decide nulla, non si verbalizza nulla. Anzi, si impedisce di votare un ordine del giorno della minoranza che diceva poche cose chiare, come appunto la richiesta di un congresso serio e il sostegno pieno al governo Gentiloni. Niente, si è voluto solo approvare una roba generica in cui si dice che si apre subito il congresso. Su questo siamo tutti d' accordo, ma come? Vuol dire che ha ancora in testa di fare il blitz, e noi il blitz non lo lasciamo fare».
Il punto sono le elezioni anticipate?
«Non solo. Per prima cosa lo svolgimento di un congresso vero e di confronto. Ma anche la corsa al voto è insensata e le due cose sono collegate. Io credo che bisogna sgombrare il campo e permettere al governo di fare il suo lavoro. Ci sono almeno tre sfide, di cui il Pd deve essere protagonista. La prima attraverso Gentiloni è continuare a fare le cose di questi mesi, terremoto, correzione dei conti che deve diventare una legge per la crescita, scuola ed enti locali che sono usciti massacrati dalle riforme. Secondo, la legge elettorale, se possibile con il contributo di tutti e un ruolo guida del Pd: dalla Consulta sono usciti due mostri, e abbiamo il dovere di dare al Paese una legge elettorale vera. Terzo, vogliamo discutere dell'Europa che vogliamo salvare e costruire? O vogliamo fare i parenti poveri dei trumpisti? Vorrei che il segretario dicesse chiaramente che vogliamo cambiare in meglio l'Europa, ma non ucciderla... Con lo stile della corsa a prescindere ci siamo già schiantati».
È quello che dice Andrea Orlando...
«Ci sono molti punti di convergenza con ciò che dice Orlando. Credo che pure lui sia preoccupato di un congresso che finisce per essere la conta fra tre o quattro persone. Un congresso breve che diventa una farsa».
Bersani è arrivato al punto di dire che non andranno all' assemblea di domenica...
«Bersani dice con chiarezza le cose che pensano in tanti».
Ma voi andrete all' assemblea?
«Noi ci andiamo nella misura in cui abbiamo la certezza che è stata decisa per unire il Pd. Vedremo l'ordine del giorno e tutto il resto. Se è la prosecuzione della direzione in cui parla Renzi e gli altri fanno i figuranti non è interessante. Chiedo davvero a Renzi di essere generoso con una storia collettiva come quella del Pd. Se si dimette come dovrebbe non si è capito. E sul fatto che lo Statuto prevede un congresso che duri quattro mesi non si dice niente».
Eppure la sensazione che era uscita dalla direzione era quella di un'apertura alla minoranza, con il congresso. Invece?
«L'apertura è apparsa strumentale, una finta. Basterebbe che il segretario dicesse che è contro le elezioni politiche a giugno: se dice questo fa chiarezza, ma non lo dice. Se poi fa trapelare che vuole fare le primarie ad aprile, allora basta fare due più due».