Intervista rilasciata a Paola Fichera, pubblicata su QN
IL FIORE della sinistra Pd ieri era riunito a Firenze («Può nascere un fiore. Di nuovo la sinistra») e tra le file di chi chiede a gran voce il congresso c' era anche l' onorevole Francesco Boccia.
Prodi a Firenze non è venuto, in compenso nelle stesse ore ha lanciato Giuliano Pisapia come l'uomo del nuovo Ulivo. Che ne pensa? «Non è che le cose in politica nascono in vitro. Pisapia è personalità della sinistra italiana e immagino stia organizzando un luogo di confronto con altre persone in carne e ossa che vogliono dire la loro. Non mi appassiono a soluzioni a effetto».
E nel suo Pd invece chi c'è? «Noi vogliamo un Pd che costruisca la sinistra. Nell'idea che abbiamo con Michele Emiliano ci devono essere tutti, da chi se n' è andato come D'Attorre, passando per Civati, a Renzi, a Pisapia, a Boldrini. Bisogna avere l'ambizione di fare una grande classe politica di sinistra».
In campo però ci sono già molti contendenti... «In questa fase deve essere così. Ma se ricominciamo che ognuno fa in vitro la propria forza politica, allora decideranno gli italiani quando andremo a votare».
Nemmeno un padre nobile oggi serve più. «Oggi nessuno di noi, da Renzi in giù, può essere legittimato da un'intervista sui giornali o da un talk show televisivo, come colui o colei che può tenere insieme tutti».
Serve un congresso. «Certo. Ogni candidato presenterà la sua mozione, il suo programma e lo porterà in giro per l'Italia. E alla fine di questo percorso resteranno, come da statuto, tre candidati finali per le primarie».
Serve tempo quindi. «Servono tempi giusti. Correndo correndo ci siamo schiantati sul lavoro, sulla scuola e sulle banche oltre che sulle riforme costituzionali. E io non voglio più correre! Renzi ha corso senza mai ascoltare nessuno e ha fatto pasticci. Pisapia è personalità della sinistra, Boldrini secondo me è ancora più includente a sinistra. Ma dobbiamo aprire un cantiere e starci dentro tutti insieme. Da soli non si va da nessuna parte».
E mentre il Pd discute che succede del Paese? «Paolo Gentiloni ha in parlamento una maggioranza che è sotto gli occhi di tutti e può governare e fare le cose che servono al Paese. Come quando ha messo in salvo il Montepaschi o è intervenuto per il terremoto. Ora aspettiamo misure per la crescita. Il Pd deve sostenere il lavoro di Gentiloni».
Se Renzi non aprisse al congresso, è davvero reale l'ipotesi scissione? «Renzi rischia di gettare la benzina finale su un incendio che non si spegnerà più. È diventato segretario perché Bersani si è dimesso, come prima di lui aveva fatto Veltroni. È la normale dinamica interna al partito. Se Renzi rispetta e ama il Pd deve aprirlo al confronto».