Ha iniziato Renzi prima ancora che il governo Gentiloni giurasse, ha continuato Zanda, ora Orfini. Tutti impegnati affannosamente a fissare una scadenza al Governo in carica. Mi chiedo e gli chiedo, un po' di sano senso di vergogna mai?
Ma come si può due settimane dopo il giuramento del governo far partire gli ultimatum dallo stesso nostro partito che ha fatto nascere il terzo governo in quattro anni. Ma il senso del limite e della misura oltre che quello sempre sano della vergogna, non fa mai venire il dubbio che forse questo modo di fare ha stancato molti italiani? Gli stessi che hanno fatto nascere il governo Gentiloni pensano già a come sfiduciarlo. Penso sia una grave mancanza di rispetto verso il presidente del Consiglio appena nominato e verso il presidente della Repubblica.
Il nostro Paese è ancora una repubblica parlamentare e non la repubblica di Firenze; quella finì nel 1532 con Alessandro de'Medici. Fino a quando Gentiloni avrà la fiducia del Parlamento andrà avanti e dovrà occuparsi, come ha dimostrato già in questi primi giorni, delle emergenze del Paese. Dalle banche, al terremoto, dalle povertà, al lavoro, alla scuola. Mentre il Parlamento tutto deve dimostrarsi all'altezza dell'appello fatto a Natale dal presidente Mattarella.
E chi pensa di sfiduciare Gentiloni con metodi da casta dovrà metterci la faccia in Parlamento e davanti agli italiani. Vedo miei autorevoli compagni di partito più interessati alle ambizioni di sopravvivenza di un gruppo dirigente che rifiuta il confronto, rispetto ai problemi che è chiamato ad affrontare il Governo.
Dopo Renzi, Zanda e Orfini. Gli stessi che hanno fatto nascere il governo Gentiloni pensano già a come sfiduciarlo. Dovranno farsene una ragione, i problemi degli italiani vengono prima dei giochini di palazzo e quando e a quali condizioni si vota lo decide il presidente della Repubblica.
In ogni caso, la legislatura si scioglie a dicembre 2017, quindi anziché affannarsi nel tentativo di anticipare lo scioglimento di sei mesi per non fare il congresso provino tutti a dare una mano a Gentiloni per far completare le tante cose rimaste in sospeso.
Dopo quello che è successo in questi tre anni e dopo il giudizio degli italiani sulle nostre proposte di riforma costituzionale almeno un po' di buon senso e umiltà ai gruppi dirigenti dovrebbe venire naturale, invece continuiamo ad assistere, complice la pausa natalizia, alla costruzione di scorciatoie politiche che portano come sempre in strade senza uscita e sbagliate.