Intervista rilasciata a Carlo Puca, pubblicata su Panorama
Matteo Renzi? Sembra Forrest Gump: corre, corre e ancora corre da solo, senza mai guardarsi intorno. Non si è fermato nemmeno dopo la sconfitta al referendum, ora tenta di scattare verso le elezioni anticipate esercitando sempre la stessa tecnica individuale: quella del machismo politico. Ma il Partito democratico è una comunità, non la casa di un single». La voce di Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, è tranquilla, non tradisce emozioni. Tuttavia, le parole che pronuncia con Panorama sono pesanti come macigni. E di sicuro entreranno nella carne viva del «suo» Pd, alle prese con la crisi apertasi dopo il voto del 4 dicembre.
Boccia, lei ha immediatamente chiesto le dimissioni di Renzi anche dalla segreteria del Pd. Qualche renziano va dicendo che lei è un eversivo.
La mia è soltanto una richiesta di buonsenso, che andrebbe accolta, appunto, con altrettanto buonsenso. Dopo le elezioni del 2013, Pier Luigi Bersani rese contendibile la leadership del partito perché si era chiuso un ciclo politico. Oggi il referendum ne chiude un altro, quello del Partito della nazione mascherato da Partito delle riforme. A Renzi chiedo di praticare la stessa coerenza di Bersani che, convocando il congresso, gli ha permesso di diventare segretario del Pd prima e presidente del Consiglio poi.
Lei sta chiedendo a Renzi di farsi da parte definitivamente?
No, se vorrà tentare di aprire un nuovo ciclo, potrà liberamente e nuovamente correre per la segreteria da semplice iscritto. Ma ha il dovere di confrontarsi da subito - il congresso potrebbe celebrarsi agevolmente entro l’aprile del 2017 - con chi, magari, invece di parlare esclusivamente con Angelino Alfano e Denis Verdini, punta ad aprire una nuova stagione a sinistra, a confrontarsi con l’associazionismo, il non profit, il civismo. Con chi, insomma, ha in mente un’altra idea di Pd.
Invece?
Invece Renzi, come se nulla fosse accaduto, vuol ancora decidere tutto lui: niente dimissioni, nessun congresso, neanche una nuova strategia politica. Per lui conta soltanto andare alle elezioni il prima possibile.
Lei è evidentemente contrario al voto.
Lo dico in premessa: per favore, evitiamo la solita semplificazione per la quale chi è contrario al voto è un inciucista. L’Italia è in grande difficoltà, non c’è comparto che non soffra, anche per le falle provocate da talune riforme renziane. E comunque, pur tralasciando i grandi problemi generali, va prima fatta la legge elettorale. Con la più ampia maggioranza parlamentare possibile, sia chiaro.
Renzi pensa addirittura di far approvare alla sua maggioranza, da sola, una nuova legge elettorale.
Se è per questo, ha fatto approvare a maggioranza pure la sua riforma costituzionale. Si è visto come è finita.
Lei parla a viso aperto e molti dentro il Pd la pensano come lei. Però in genere se ne stanno sotto coperta, evitano accuratamente di esporsi.
Ecco, chiedo ai miei compagni di farsi avanti. Al limite che cosa può succedere? Che perdiamo il seggio? E vabbé, c’è vita anche fuori dal Parlamento. Soprattutto, l’esistenza a testa alta è una bella vita: si guarda il sole e non le punte delle scarpe.