RASSEGNA STAMPA

Sulle banche Padoan non è stato all'altezza: adesso non si può più tacere

22.07.2016

Intervista rilasciata a Marco Palombi, pubblicata su Il Fatto Quotidiano

Siamo alle solite: è alle viste l'ennesimo decreto banche, stavolta per tamponare Monte dei Paschi. Dalla riforma delle Popolari in giù, a non dire di emendamenti e commi dentro le varie finanziarie, siamo al quinto o sesto provvedimento d'urgenza sulle banche. Ormai il settore del credito compete con l' Ilva di Taranto per tentativi raffazzonati di salvataggio. L'intento è sempre lo stesso: comprare tempo, ma a caro prezzo vista l' espressione "soluzione di mercato".

I malumori, però, cominciano a venire allo scoperto: "Il tema di fondo da tre anni in qua è sempre lo stesso: la direttiva su bail in e burden sharing più l' uscita dei soldi delle banche centrali dagli istituti in crisi ci avrebbe portato in questa situazione. Era chiaro come sarebbe finita e la responsabilità politica è evidente da quanto tempo è passato invano. E ora provano di nuovo a fare le nozze coi fichi secchi". L' uomo che pronuncia questa frase non è un feroce oppositore di Matteo Renzi, né uno di quelli che sui giornali i benpensanti possono liquidare come "populisti": a parlare è Francesco Boccia, dirigente del Pd e presidente della commissione Bilancio della Camera.

Pare che non le piaccia molto il piano in via di definizione per salvare Mps.
No, ma prima di arrivare al motivo serve una premessa: qui il problema di sistema è l' esplosione delle sofferenze bancarie (i crediti che non vengono ripagati, ndr) dai 40 miliardi del 2007 ai 200 di oggi, un fenomeno chiaramente causato dalla recessione che ha colpito le aziende italiane. È un fatto ovvio, quando si perde il 10% del Pil e un quarto della produzione, che prima o poi ci vada di mezzo il sistema finanziario.

Eppure il governo continua a ripetere che "il sistema bancario italiano è solido".
Ecco, tutti quelli che da mesi lo ripetono andrebbero messi tra gli ignavi. È solido il risparmio degli italiani, è basso il debito privato, ma le aziende sono in crisi e le banche sono aziende.

Guardi che il principale diffusore di quella frase è il ministro Padoan.
Su questo tema non ho trovato un ministero dell' Economia all' altezza della sfida. Mi dispiace dirlo, ma d' altra parte le cose che sto dicendo a lei le dico da tre anni in Parlamento e nelle riunioni che facciamo col governo e nel partito. Di fronte all'ennesimo "vorrei ma non posso" non si può più tacere.

Parliamone allora: cosa c'è che non va nella "soluzione di mercato" per Mps?
Ma quale soluzione di mercato? Noi compriamo dei "soldi-ponte" per garantire l'aumento di capitale di Monte dei Paschi e se va male paga lo Stato senza neanche sapere se funzionerà. L'unica cosa certa di questa operazione è che Jp Morgan, che la organizza, ci guadagna 80-100 milioni in ogni caso (l'ex ministro Vittorio Grilli è il presidente coroporate banking per l'Europa, ndr). Aggiungo: io mi fido di tutti, però mi ricordo che Goldman Sachs faceva l' advisor del governo greco per il debito con una mano e con l'altra invitava i clienti a vendere.

Allora non si fida affatto.
Diciamo che avrei preferito vedere le grandi banche internazionali mettere i soldi dentro Atlante: tanto più che intermediando il debito pubblico italiano si portano a casa commissioni per 2 miliardi e più all' anno.

Niente soluzione di mercato. Che si fa?
Si mettono i soldi. I soldi veri. Si sa da tre anni che solo per le situazioni più difficoltose servono 10-12 miliardi per gli aumenti di capitale (dalle due venete a Mps, da Banco Popolare ad alcune Bcc emiliane e altro ancora) e giusto un po' meno per gestire le sofferenze di minore qualità. Insomma, servono una ventina di miliardi di euro.

E l'unico che può metterli è lo Stato.
In questa fase sì: si prende Cassa depositi e prestiti e si mette almeno la metà della cifra che serve. Poi se vogliono continuare a fare gli ipocriti, si può usare Atlante o un altro fondo in cui ci sono le banche e dire a Bruxelles che si tratta di un' operazione privata…

E invece?

E invece facciamo gli "esteti del mercato". Quando nel 2015 dicevo che non si potevano tosare gli obbligazionisti subordinati retail di Etruria & C. al Tesoro mi dicevano "il mercato non capirebbe". Poi abbiamo fatto tre decreti per i risarcimenti. Che poi gli "esteti" dovrebbero ricordarsi che, quando c' è un fallimento del mercato, deve intervenire lo Stato: a forza di prendere scorciatoie si finisce in strade senza uscita.

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