RASSEGNA STAMPA

Mai più trabocchetti sui conti

29.01.2016

Intervista rilasciata a Francesco Cerisano,  pubblicata su Italia Oggi 

Fabbisogni e costi standard legati agli indicatori di benessere certificati dall' Istat. In modo che l' attuazione dei parametri di virtuosità contabile non penalizzi i territori più bisognosi di servizi. Bilanci più veritieri, sia a livello centrale che locale, grazie alla coincidenza di cassa e competenza e di accertamenti e riscossioni.
Ma soprattutto niente più clausole di salvaguardia. «Un vero esproprio alla sovranità del parlamento perché creano due bilanci paralleli, uno ufficiale e l' altro di riserva». Saranno mesi cruciali per il presidente della commissione bilancio della camera, Francesco Boccia, impegnato da qui all' estate nel varo definitivo della riforma della contabilità. Che farà nascere dal 2017 una nuova manovra finanziaria «in cui saranno accorpate tabelle e parole, norme e numeri» grazie alla coesistenza in un unico provvedimento dell' attuale legge di stabilità e della legge di bilancio. A prevederlo sono due leggi già esistenti, ma bisognose entrambe di un incisivo restyling: la legge di contabilità e finanza pubblica (n.196/2009) e la legge n.243/2012 sul pareggio di bilancio. Il dibattito sui temi più caldi, quelli su cui ci sarà da battagliare maggiormente con il Mef e l' Unione europea, è già nel vivo e Boccia ne parlerà sabato all' Università del Molise. Il cui rettore Gianmaria Palmieri ha voluto l' istituzione di un centro di ricerca su governance e public policies diretto dal professor Michele Della Morte e presieduto dallo stesso Boccia. Il deputato Pd ha anticipato a ItaliaOggi alcune delle novità su cui si discuterà in parlamento nei prossimi mesi.

Domanda. Presidente, per rendere operative le nuove regole dal 2017 bisognerà approvare la riforma del bilancio dello stato entro l' estate. Un compito gravoso per il parlamento che dovrà modificare due provvedimenti. Lo ritiene fattibile?
Risposta. Non abbiamo scelta, è una tabella di marcia imposta dalla legge. La mia proposta sarà di far viaggiare i due provvedimenti (la riforma della legge n.196 e di quella sul pareggio di bilancio) su binari paralleli: uno alla camera e l' altro al senato contemporaneamente. A settembre avremo un quadro di regole nuove che ci ritroveremo per i prossimi 20 anni.

D. Cosa cambierà concretamente, al di là dei tecnicismi?
R. La coincidenza in un unico provvedimento della legge di stabilità e di quella di bilancio non sarà una mera novità formale. Si attiveranno meccanismi di confronto sulla spesa che diventeranno passaggi obbligati, grazie alla coincidenza di cassa e competenza e di accertamenti e riscossioni.
Il bilancio dello stato e quello degli enti locali saranno più veritieri. Su questi temi, peraltro, c' è una piena sintonia col ministero dell' economia, quindi non ci aspettiamo particolari intoppi da parte del governo.

D. Lo stesso non può dirsi per le clausole di salvaguardia, care al Mef, ma a lei un po' meno. Continuerà a dare battaglia?
R. Le trovo particolarmente odiose perché alterano la volontà del legislatore. Se per esempio decido di finanziare gli ammortizzatori sociali perché ritengo sia giusto dare garanzie ai lavoratori in tal senso e poi metto le clausole di salvaguardia, abdico al mio ruolo di legislatore. Se non ci sono più le risorse un governo dovrebbe avere il coraggio di tornare in parlamento e far cambiare la legge. Altrimenti si espropria la sovranità delle camere. Anche sulla Nota di aggiornamento al Def bisognerebbe avere il coraggio di cambiare.
D. In che direzione R. Concepita com' è, a settembre, su dati non definitivi, diventa una camicia di forza per il governo di turno perché finisce per condizionarne le scelte in prospettiva della legge di stabilità. Sarebbe più coraggioso presentarla assieme alla manovra, il 15 ottobre, con saldi aperti fino a quando i dati non sono definitivi. Il bilancio dello stato deve essere il più veritiero possibile, deve «parlare» e per questo bisogna prendere in considerazione l' idea di allegare alla manovra documenti e studi.

D. Per esempio?
R. Penso al Bes, il Rapporto sul benessere equo e sostenibile predisposto dall' Istat ogni anno. Sarebbe proficuo utilizzare questo lavoro straordinario per allargare il dibattito su fabbisogni e costi standard, per indagare come questi parametri di vituosità contabile incidono rispetto agli indicatori di benessere.

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